FILM FESTIVAL
Busto, BAff al via: grandi ospiti e primi premi
Applausi per Anita Caprioli, Franco Nero, Lidia Liberman e Bille August

Che serata ieri, sabato 2 aprile, al BA film festival! Quattro protagonisti decisamente diversi uno dall’altro, in dialogo con Steve Della Casa, hanno dato il via a una edizione, la numero XX, che promette alta qualità e incontri da non dimenticare. Poco spazio ai convenevoli, largo al cinema e al racconto di chi lo crea, come il regista danese Bille August, di chi lo vive davanti alla macchina da presa, come Anita Caprioli e Lidia Liberman, e di chi lo ha vissuto per una intensa e lunga carriera, che conta la bellezza di duecento film, come Franco Nero.
La pandemia ha blindato a lungo le sale, ancora si fa fatica a riempirle. Ed è un vero peccato. Peccato per chi non c’era ieri sera al Teatro Sociale. La galleria purtroppo era vuota, così come decine di poltrone in platea. Ma chi c’era, circa quattrocento persone, si è gustato una serata di alto livello.
«Quando si dice una scommessa non facile da portare a compimento», ha esordito il presidente Alessandro Munari, evocando gli esordi e ringraziando il Comune, gli sponsor e due grandi assenti, il sindaco Emanuele Antonelli e il presidente onorario Gabriele Tosi, alle prese con lievi indisposizioni. Al vicesindaco Manuela Maffioli fare gli onori di casa. «Chi ha avuto vent’anni fa una folgorazione ha fatto a Busto qualcosa di straordinario – ha detto – Ringrazio i sognatori che ancora si danno da fare e tutti i talenti della grande squadra della BA Film Factory, che ci regalano un’altra settimana di raffinato approfondimento sul magico mondo del cinema».
«TUTTO È NATO SUL QUESTO LEGNO»
Anita Caprioli, nativa di Busto Arsizio, ha ricordato con commozione le prime esperienze sul palcoscenico del Sociale, davanti agli occhi commossi della madre, Cetti Fava, anima con il compianto Alberto Caprioli di Palkettostage. «La mia è una famiglia che ama il teatro, tutto è nato in questo teatro storico in cui sono passate un sacco di compagnie, tra cui quella di cui facevano parte i miei genitori». Anita, madrina nel 2003, fa ora parte del comitato scientifico dell’Istituto Antonioni con lo stesso Della Casa. Sullo schermo alcuni spezzoni di Vita da Carlo girato per Amazon e della miniserie di Sky Ridatemi mia moglie con Fabio De Luigi. Un tuffo nel passato ricordando Denti di Gabriele Salvatores e la voglia di «sperimentare linguaggi nuovi e storie diverse», che l’ha portata a I predatori, del giovane Pietro Castellitto, capace di «una scrittura anticonvenzionale, legata al suo sguardo diverso, che appartiene a una nuova generazione». Ultima fatica un film in coproduzione col Cile, di Beniamino Catena, per aprire adesso un tempo da vivere come mamma felice della piccola Viola.
SILENZIO, PARLA LA GUERRA
Lidia Liberman, attrice ucraina residente da quindici anni in Italia, ha raccontato alcuni aneddoti legati a Maternal, l’intenso film di Maura Delpero girato in un convento per giovani madri di Buenos Aires. Quindi, le domande sull’impegno per la sua Ucraina, per dare spazio all’arte del suo Paese grazie a un progetto con la Triennale di Milano. E poi il monologo annunciato dal BAff: il post di una donna che ha deciso di non andarsene dalla sua Kharkiv martoriata dalle bombe. Un inno d’amore: «Non me ne vado. Non ti lascerò mia cara città, mia prediletta. Ti ho confessato il mio amore migliaia di volte. Ora ti amo ancora di più, ognuna delle tue case esplose è un pezzo di carne che mi è strappato. Vogliono ucciderci, trasformarci in schiavi, ma io e te siamo dei duri. Ce la faremo, cureremo tutte le tue ferite. Prendiamo questo male, schiacciamolo come si fa con le cimici. Non me ne vado, sto con te. Nel dolore e nella gioia. Vivi e basta”. Silenzio assoluto in sala e poi applausi carichi di commozione (sulla nostra pagina Facebook, il video dell’intero monologo).
PREMIO ALLA CARRIERA
Capelli raccolti in un codino, gli splendidi occhi azzurri che ancora fanno sognare. Franco Nero ha ricevuto un premio alla carriera, dopo avere spaziato fra trenta diverse cinematografie e avere girato film nel mondo intero, dal Sud America a Israele, affiancando star come Laurence Olivier, Antony Quinn e Richard Burton. Fino a The match dedicato alla partita di pallone che costò la vita a chi la vinse, ovvero i prigionieri di un campo nazista in Ungheria. «Ogni film è una sfida – ha raccontato – Ho rifiutato tanta Tv, da La Piovra al Maresciallo Rocca. Accetto quando mi innamoro di un copione e amo lavorare con i grandi: se reciti con un cane diventi un cane anche tu, se lo fai coi migliori vuoi dimostrare di essere più bravo di loro». Tanti aneddoti su Django e ancora racconti: «Mi trovo bene con un regista che sa quello che vuole, altrimenti noi attori prendiamo il comando e non va bene».
ECCELLENZA CINEMATOGRAFICA
Ospite d’onore è stato Bille August, regista di Pelle alla conquista del mondo, Con le migliori intenzioni e La casa degli spiriti. A lui Bruno Ceccuzzi ha consegnato il premio Platinum Dino Ceccuzzi all’eccellenza cinematografica. «Ingmar Bergman era un genio – ha detto – Sapeva esprimere la realtà con il sogno. Mi ha dato una grande opportunità chiedendomi di girare la storia della vita dei suoi genitori. Per la storia di Isabel Allende ho faticato a ottenere i diritti poi lei ha avuto fiducia e io mi sono barcamenato girando con ben cinque star di Hollywood». Ora si prepara a girare un film a Ischia a partire dal libro Tu, mio di Erri De Luca: «Per essere fedeli a un romanzo bisogna essere infedeli – ha spiegato - interpretarlo e non proporlo pedissequamente».
L’esordio è stato dei migliori. Oggi si continua con Liana Orfei, già presente ieri sera al Teatro Sociale. Il BAff è iniziato, per una settimana una scorpacciata di cinema.
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