LA PUNTUALITA’ CHE NON C’E’
Ritardi, soppressioni, proteste: bus di Busto a singhiozzo
Mamma si lamenta: «Quasi 500 euro per gli abbonamenti annuali, le mie figlie in ritardo o a piedi»
C’è chi aspetta l’autobus e chi aspetta una risposta. Da settimane, sulla linea 5 (ma non solo) di Busto Arsizio, si accumulano ritardi, corse saltate e malumori. Tra chi segnala i disservizi c’è Anna Cassarà, madre di due studentesse che, da settembre a oggi, le hanno fatto firmare troppe giustificazioni per ingressi in classe fuori orario: «Ci sono ritardi ogni giorno», sostiene la residente, precisando di aver lasciato alla Stie «Quasi 500 euro» per i due abbonamenti annuali delle figlie: «Il bus dovrebbe passare intorno alle 7.20, ma se va bene passa comunque dopo le 7.30», racconta, in merito alla fermata di via Madonna in Campagna, a Sacconago.
Situazione pesante
Una situazione già di per sé pesante, che ha toccato il fondo due giorni fa, lunedì, quando entrambe le ragazze, dopo scuola, sono rimaste a piedi: sono state soppresse due corse in un pomeriggio, prima intorno alle 14 sulla linea 55, poi verso le 17.30 sulla solita 5. «Sono dovuta andare a recuperarle in fretta e furia, interrompendo i miei impegni», lamenta la madre. Non si fanno attendere le scuse di Vezio Guidobono, direttore d’esercizio di Stie, dopo che la residente di Sacconago aveva cercato senza risultati l’intermediazione del Comune di Busto: «L’episodio non corrisponde agli standard di rispetto per la clientela da noi perseguiti», dichiara Guidobono, sottolineando però «alcuni aspetti essenziali a comprendere la struttura dell’offerta del servizio di trasporto pubblico locale».
La Stie: carenza di organico
Tra questi, «una significativa carenza di organico» e alcuni vincoli sindacali che, secondo il direttore d’esercizio, impedirebbero agli autisti di Stie di prestarsi per gli straordinari, rendendo impossibile colmare le mancanze con ore aggiuntive. Nello specifico, è «da due anni a questa parte» che il deficit nel numero dei dipendenti colpisce tutti i depositi, non solo a Busto Arsizio. Il motivo? Quello di autista di bus, secondo l’analisi di Guidobono, è un mestiere sempre meno attrattivo, per ragioni economiche e logistiche: turni a rotazione, lavoro nei giorni festivi, retribuzioni poco competitive. Il deposito di Busto, in particolare, soffre di «ben cinque posizioni sguarnite», spiega Guidobono: «Questo significa che ogni giorno, fatti salvi ferie, permessi e malattie, ci sono due turni interi che non possono essere coperti».
Quanto ai rimborsi, Stie si riserva di valutarli in forma parziale: uno storno settimanale su un abbonamento mensile, uno storno mensile su quello annuale, previa restituzione del titolo.
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