LA CRISI
Busto città in vendita
Negozi chiusi e non solo in centro. Ecco le cause

C’è una crisi perdurante e preoccupante che attanaglia il centro storico bustese.
A simboleggiarla è la sfilata di vetrine vuote e spente, dove fanno esclusivamente capolino i cartelli delle agenzie immobiliari, a cui i proprietari si sono affidati per vendere o affittare gli spazi. Alcuni sono in questa situazione dormiente ormai da anni, altri si sono aggiunti più di recente alla lista nera e faticano a trovare destinazione.
In molti casi i locali sono stati ravvivati per qualche mese ma, come spesso accade, le attività che si sono installate hanno avuto vita brevissima, per imperizia o per sfortuna.
Tanti sono i motivi alla base di questa situazione, difficile dire quali abbiano influito caso per caso. C’è chi se la prende con gli affitti troppo alti (cosa assolutamente palese in certe situazioni specifiche) e chi con una Busto che non avrebbe una mentalità adeguata per vivacizzarsi.
Poi c’è chi imputa al crescente degrado e alla mancanza di proposte attrattive la causa di molti mali. Senza dimenticare il sempre lacerante dibattito sui parcheggi, che tira di nuovo in ballo il Comune. E tutti indicano in Legnano l’esempio da imitare.
Fatto sta che i negozi senza attività restano tantissimi e rappresentano allo stesso tempo la causa colposa e l’effetto doloroso di tante problematiche aggiuntive, come ad esempio i vandalismi.
Un giro per il salotto buono mostra dunque gli effetti di questa crisi. Se si parte dalla zona di piazza Santa Maria, si trovano tre locali senza padrone, mentre va peggio in via Montebello, dove in molti indicano nella nuova viabilità le cause della moria diffusa. Stessa aria di recessione in via Cavour, con l’edicola che ha alzato qualche tempo fa bandiera bianca e un bar chiuso parecchi anni fa che non ha più trovato padrone, mentre il Cortiletto è in questo momento completamente vuoto.
Pure piazza San Giovanni negli ultimi tempi è più vuota di prima. In particolare, è quella corte interna dietro la libreria a risultare inanimata, con contestuale riduzione dei tavolini posizionati davanti alla basilica.
Se poi la speranza di molti è che la riscossa cominci dal pezzo di nuovo centro ricostruito da Soceba, per adesso le prospettive di avvio sono tutte ferme, perlomeno nella piazzetta centrale, dove i lavori di allestimento di numerose attività procedono a rilento e non ci sono certezze su cosa accadrà prossimamente.
Viceversa un cartello incoraggiante si affaccia su piazza Vittorio Emanuele, accanto allo spazio occupato da un’erboristeria. Racconta dell’avvio imminente di un bar, che nell’attesa di tutti potrebbe essere la risposta per animare e proteggere un luogo rimesso a nuovo dopo 15 anni ma che fa i conti con tante difficoltà. È una fiammella di fiducia in un centro che resta in cerca di un’iniezione d’entusiasmo.
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