IL CASO
Busto, comizio sospeso: l’ira di Reguzzoni
La Polizia locale è intervenuta per verificare le autorizzazioni. Il candidato alle Europee: «Cattiveria»

«Evidentemente faccio paura. Però non capisco la cattiveria di chi si è impegnato per impedirmi di tenere come avrei voluto il comizio nel centro della mia Busto Arsizio, mandando i vigili a controllare documenti che erano regolarissimi. Pazienza, vuol dire che riproporremo l’iniziativa nelle prossime settimane». Così Marco Reguzzoni, presidente dei Repubblicani e candidato come indipendente nelle liste di Forza Italia alle prossime elezioni Europee, dopo che ieri, sabato 11 maggio, è stato bloccato il suo comizio nella centralissima via Milano a seguito di una verifica effettuata dalla polizia locale.
«Ciò che mi dispiace davvero – spiega Reguzzoni – è che certe vicende, così stupide e meschine, facciano passare in secondo piano i contenuti del mio messaggio politico. Chi si candida, in questo caso per l’Europa, dovrebbe cercare di convincere l’elettorato con le idee e le proposte. So che oggi si preferiscono post e slogan, ma io continuo a credere in una politica fatta di approfondimento».
Ieri, dopo i saluti del segretario provinciale di Forza Italia Simone Longhini e della coordinatrice bustocca Laura Rogora, Reguzzoni aveva concentrato lìattenzione sul settore tessile: «Questa industria è la storia della nostra città – il suo messaggio – e abbiamo il dovere, dopo aver vissuto su quelle glorie, di continuare a difendere un’eccellenza che ha cercato di resistere agli attacchi sleali. Come feci con la legge Reguzzoni-Versace per l’etichettatura Made in Italy, in Europa voglio tradurre quelle istanze in un nuovo e moderno regolamento. Il tessile negli ultimi anni ha perso mezzo milione di addetti, ora bisogna difendere chi ha tenuto botta per fermare lo stillicidio, imponendo che le regole che valgono per i nostri imprenditori siano le stesse applicate ai turchi, gli egiziani e ai cinesi. La stessa linea deve valere a tutela di tutto il nostro settore produttivo e lavorativo».
Reguzzoni avrebbe voluto dire molto di più, ma poi è arrivata la polizia locale a fermare l’evento, per verificare che fosse autorizzato (Reguzzoni assicura di sì). «Avrei preferito che chi si è preso la briga di fare questa cattiveria – conclude il candidato di Forza Italia – avesse il coraggio di venire personalmente a controbattere alle mie proposte. La campagna elettorale rappresenta la parentesi di un mese, ma poi restano le persone, la loro onestà intellettuale e la loro capacità di fare qualcosa di concreto per rispondere alle esigenze dei territori che le scelgono per rappresentarli».
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