DOPO 3 MESI
Rapina al benzinaio, Vita confessa
Giovedì in procura l’interrogatorio di uno dei malviventi che sparò a Lepri

Non ce la faceva più a portare il peso della responsabilità. Accusato insieme a Maurizio Fattobene di aver sparato al benzinaio Marco Lepri, finora si era sempre avvalso della facoltà di non rispondere.
Nei giorni scorsi invece Antonio Vita ha chiesto di essere interrogato e ieri è comparso in procura assistito dall’avvocato Alessandro Bottigelli. L’uomo ha ammesso: «Quella sera io c’ero». Gli investigatori del commissariato a dire il vero non nutrivano molti dubbi sulla sua partecipazione all’agguato dello scorso 20 luglio, ma la confessione rappresenta comunque un elemento aggiuntivo utile al loro lavoro. A quanto pare l’uomo sapeva che il complice aveva con sé una pistola, per questo a parere degli inquirenti il reato di tentato omicidio regge sia per Fattobene - che, difeso dall’avvocato Francesca Binaghi, ammise di aver premuto il grilletto - che per Vita.
Il malvivente ha inoltre confermato di aver suggerito lui l’assalto al benzinaio con le modalità ricostruite finora. Un obiettivo che avrebbe individuato a caso, spiegazione che però non sembra convincere polizia e magistrato fino in fondo. I due misero a segno il blitz intorno alle 19. Lepri stava rincasando dopo aver ritirato gli incassi dei suoi distributori di corso Italia e corso Sempione. Circa 1300 euro li aveva messi nel marsupio, 1700 li aveva infilati, inusualmente, in tasca.
Arrivato in via Vizzolone, dove abita, il quarantenne scese nei garage in macchina. Risalendo la rampa a piedi si sarebbe trovato davanti i malviventi che chiedevano il denaro. Spaventato, Lepri sarebbe scappato verso la strada, passando davanti ai due. A quel punto Fattobene avrebbe aperto il fuoco, sparando quattro colpi che raggiunsero la vittima alle spalle. Una volta a terra, i due si sarebbero avventati su di lui staccandogli il marsupio. Poi la fuga, Fattobene in macchina, Vita in scooter. Poco più tardi i due si sarebbero incontrati a casa di Fattobene, nel Comasco, dove si sarebbero divisi i 1300 euro di bottino. Fattobene venne arrestato dalla polizia la notte stessa, Vita qualche giorno dopo.
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