IL CASO
Busto, fulmine sui lampioni: vanno rimessi quelli vecchi
La Soprintendenza cambia idea e “riabilita” quelli di Castiglioni. Il sindaco Antonelli attiva gli avvocati

Colpo di scena nella vicenda dei lampioni del centro di Busto Arsizio firmati da Richino Castiglioni. La Soprintendenza ai Beni culturali di Milano ha fatto retromarcia rispetto al proprio pronunciamento di qualche mese fa e, ora, chiede al Comune di ripristinare gli storici lampioni. I manufatti griffati Castiglioni sono però già stati tutti sostituiti (tranne uno in piazza Santa Maria) con nuovi punti luce. Quindi, adesso cosa si fa? «La pratica è in mano al nostro ufficio legale», risponde il sindaco Emanuele Antonelli. «Ci è arrivata questa comunicazione della Soprintendenza che modifica il parere precedente. Ma adesso è tardi, i lampioni sono già stati rimossi. Non credo che si possano ripristinare, a meno che il lavoro non lo paghi la Soprintendenza. Forse questi signori dimenticano che abbiamo anche una Corte dei Conti alla quale fare riferimento».
IL CAMBIO DI PARERE
A impensierire il sindaco non è tanto la questione dei lampioni, che pure rappresenta un inatteso intoppo, quanto il modo di agire della Soprintendenza. «Se lavorano così, ho paura per i progetti del Pnrr», teme Antonelli. «Abbiamo a che fare con un organismo che dà un parere dopo sei mesi e dopo qualche mese cambia idea, modificando il giudizio precedente. Così si rischia di bloccare tutto ogni volta. Non si può scherzare, in ballo ci sono i soldi dei contribuenti italiani». Per il primo cittadino, dunque, la clamorosa marcia indietro sui lampioni di Richino è un campanello d’allarme in vista dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Se oggi dicono una cosa e dopo otto mesi ne dicono un’altra, cosa facciamo? Fermiamo progetti già avviati? Questo modo di lavorare non è accettabile. Dovrebbe intervenire il Governo».
LE CRITICITA’
La Soprintendenza, nei mesi scorsi, aveva già parlato di «rilevanti criticità» a proposito del progetto di recupero dell’ex calzaturificio Borri (ma anche di altri edifici storici da riqualificare, come il Conventino di via Matteotti e l’ex presidio militare di via Roma). Questa volta, però, il giudizio dell’organismo del ministero della Cultura è giunto davvero come un fulmine a ciel sereno, proprio perché revisiona un parere di segno opposto espresso nei mesi precedenti. Cosa abbia indotto la Soprintendenza a cambiare idea non è noto, almeno al momento. Di sicuro c’è che la sostituzione dei lampioni del celebre architetto bustocco Richino Castiglioni è stata seguita da un’ondata di critiche e polemiche. Anche il figlio di Richino, l’architetto Stefano Castiglioni, era intervenuto sulla questione, parlando di «cancellazione della memoria». La vicenda ha pure infiammato i palazzi della politica, con le opposizioni in prima linea nel chiedere il ripristino degli storici manufatti, sostituiti con lampade di fattura industriale nell’ambito del piano di riqualificazione dell’illuminazione pubblica curato da A2A.
IL LAMPIONE SUPERSTITE
Curiosamente, i lampioni di Richino sono stati tolti tutti tranne uno: in piazza Santa Maria è infatti ancora visibile un esemplare dei punti luce progettati dall’architetto bustocco. Gli altri sono stati rimossi, in attesa di decidere la futura destinazione (inizialmente si era parlato di collocarli al Parco Rimembranze, ma l’ipotesi sembra aver perso quota). Per la Soprintendenza devono tornare al loro posto nell’isola pedonale. L’ufficio legale del Comune è già al lavoro.
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