IL TOUR
Busto, ciclabili vecchie e usurate
Dal Brughetto a viale Sicilia, tanti percorsi per le bici in condizioni degradate. E le passerelle dei Cinque Ponti sono scollegate da tutto

Si dice che Busto non sia un posto per biciclette e ciclisti. Lo si dice sulla scorta dell’insuccesso del bike-sharing, pochissimo usato se non per nulla e talvolta oggetto di vandalismi.
Lo si dice per l’abitudine forsennata di girare in macchina comunque e dovunque. Invece, a ben vedere, è una città perfetta da girare su due ruote a pedali, perché non presenta particolari dislivelli, è pianeggiante come il suo circondario, che però ha dotazioni maggiori per i ciclisti. Benché alla fine il ciclista si adegui sempre alle situazioni e in assenza di corsie dedicate s’ingegni tra strade e marciapiedi, qualche ciclabile in più non guasterebbe, come non guasta che quelle che ci sono siano tenute in condizioni tali da potersene servire.
Tra usare la pista che percorre viale Boccaccio da Sant’Edoardo a Brughetto e la strada, la scelta non si pone: anziché predisporre corsie sulle ampie carreggiate, si è preferito collocare sul marciapiede un percorso accidentato e misto, ciclo-pedonale, con buche a perdita d’occhio, rientranze e attraversamenti più rischiosi di quelli offerti dalla strada. In più, si fa sentire la differenza con quella decisamente migliore con cui si integra su viale Gabardi verso Castellanza passando per Palayamamay, Bustese, Multimedica, Itis e Pam.
Stesso discorso per la ciclabile di viale Sicilia, mentre è migliore la situazione in via Deledda, dove però tutto si complica all’altezza del cavalcavia che offre un attraversamento pedonale per proseguire dritti e nulla per svoltare oltre la ferrovia verso via Polo e viale Sicilia, cosicché l’unico punto di contatto tra due piste tutto sommato praticabili resta il semaforo di viale Magenta.
L’effetto è diametralmente opposto a quello dei Cinque Ponti, dove il celebre “ottovolante” non si integra a nessuna ciclabile: niente sul viale Diaz né su via Caprera, dove magari allargando spazi già stretti alle macchine si potrebbe ricavare una ciclabile fino alla stazione; una striscia di qualche metro si perde subito verso l’ospedale, mentre dalla parte opposta non ci sono piste sulla via Palermo né sulla via per Cassano che porta a Sant’Anna, spesso percorse a gran velocità; verso Olgiate poi, dopo avere consumato un bel po’ di freni lungo lo scivolo a cacciavite di colore giallo, si finisce in contromano e in curva sulla via per Fagnano prima di raggiungere una zebra e infilarsi in qualche modo nella pista che inizia dall’altra parte di una strada che è una sorta di tangenziale.
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