L’INDAGINE
L’ex direttore derubava i disabili
Ammanchi dai conti dell’Aias. Il presidente: «Un duro colpo ma siamo più forti di prima»

Si fidavano tutti di lui. Non c’era persona che potesse dubitare delle sue qualità umane, della sua capacità organizzativa, della sua integrità.
All’improvviso gli è caduta la maschera e il colpo è stato durissimo.
L’ex direttore generale dell’Aias sottraeva il denaro della onlus facendolo transitare su un conto creato ad arte, approfittando della buona fede del presidente, Bruno Ceccuzzi e dei suoi collaboratori.
Lo ha ammesso lui stesso tra le lacrime, accampando spiegazioni che non hanno mai convinto fino in fondo. Ma la buona notizia è che l’uomo ha restituito tutta la somma rubata, fino all’ultimo centesimo.
Anche per questo, al termine delle indagini condotte dalla guardia di finanza di Busto e coordinate dal pubblico ministero Nadia Calcaterra, all’ex direttore è stata concessa la sospensione del processo con messa alla prova.
«Abbiamo passato un periodo molto difficile, io ci ho perso le notti e tutti noi siamo rimasti profondamente turbati», commenta il presidente dell’Aias Ceccuzzi, assistito dall’avvocato Federico Consulich.
«Ma ne siamo usciti più forti di prima, ancor più organizzati e strutturati, il lavoro è migliorato e i controlli sono molto più approfonditi».
L’altra buona notizia è che, nonostante l’emorragia di fondi che l’uomo drenava, il servizio ai ragazzi disabili non ne ha mai risentito.
«I bambini e le loro famiglie non hanno avuto alcun contraccolpo», assicura Ceccuzzi. Sulla cifra intascata dall’ex direttore c’è un grande riserbo, ma non si parla di qualche migliaia di euro, l’importo è decisamente più elevato.
«Ma ci siamo accorti tempestivamente», sottolineano Ceccuzzi e Consulich.
La doccia fredda è caduta sulla onlus a gennaio del 2017, quando il presidente e il revisore si accorsero di alcune discrasie nella documentazione contabile.
C’erano degli ammanchi di cui solo una persona sarebbe potuto essere responsabile. Ossia l’unico firmatario dei conti correnti, l’ex direttore generale appunto. Convocato dal presidente, pianse, confessò e venne rimosso, restituendo nel frattempo il maltolto.
L’uomo aveva architettato artifici documentali con le carte dell’associazione così da poter agire autonomamente con le banche e creato un conto occulto attraverso il quale compiva tutte le operazioni illecite. E così partì la denuncia. «Dobbiamo ringraziare il pubblico ministero e la guardia di finanza di Varese e Busto per il loro impegno investigativo», chiosa Consulich.
«Da questa tempesta ne siamo usciti perfettamente», garantisce Ceccuzzi.
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