SANITÀ
Busto: in Pronto soccorso l’assistente dei pazienti
Nuova figura professionale a disposizione di parenti e malati. Obiettivo: prevenire sofferenza, abbandono e comportamenti aggressivi

Ansia e impazienza sono il pane quotidiano nelle sale d’attesa degli ospedali. Al triage del pronto soccorso, poi, il livello sale in modo esponenziale facendo talvolta perdere la ragione e scatenando veri e propri attacchi di ira dei parenti in trepida attesa di notizie. Sono sempre meno tolleranti quando scorrono le ore. Gli stessi malati - pazienti non gravi - tante volte faticano a gestire le ore di “anticamera” e comprendere l’ordine di priorità. Quelle ore al pronto soccorso in attesa di notizie sono un peso arduo.
LA RISPOSTA DI ASST
Proprio per alleviare questo peso, a Busto e Gallarate arriva il Caring Assistant. Nel momento in cui un paziente accede al Pronto soccorso, necessitando quindi di assistenza sanitaria, spesso le attese si protraggono per diverse ore. E ciò è vero sia per l’utente che per il caregiver.
Il servizio sarà operativo dal primo maggio, sette giorni su sette, dalle 8 alle 20. Voluto da Asst Valle Olona, il progetto di Caring Assistant ha l’obiettivo di migliorare le procedure di presa in carico nei Pronto soccorsi aziendali. «Il nostro desiderio è quello di rafforzare ulteriormente l’umanizzazione delle cure inserendo la nuova figura del Caring Assistant, il cui compito sarà di occuparsi degli aspetti relativi all’accoglienza dei cittadini», spiega il direttore socio Sanitario di Asst Valle Olona, John Tremamondo. Di fatto chi sarà incaricato è un operatore socio sanitario appositamente formato: il Caring Assistant sarà a disposizione dei parenti e dei caregiver in attesa nei pronto soccorsi, li assisterà fornendo loro informazioni utili e rispondendo a dubbi e domande, garantendo un dialogo costante e puntuale sulle condizioni dei pazienti e sul percorso di cura che stanno seguendo; avrà il ruolo di fornire le necessarie informazioni relative alla logistica e all’organizzazione del reparto, oltre ad aggiornare parenti e caregiver a seguito dell’accesso del proprio caro al triage.
ACCOGLIENZA ATTIVA
«Obiettivo generale di questo progetto è quello di sperimentare un’accoglienza attiva, al fine di prevenire il manifestarsi di situazioni di sofferenza, anticipando i bisogni degli utenti tramite un approccio orientato alla gentilezza e all’ascolto, evitando e contenendo eventuali sensazioni di abbandono che possono sfociare in comportamenti aggressivi nei confronti del personale sanitario - sottolinea Tremamondo - Spesso un gesto di attenzione, una parola o la vicinanza di una persona può fare molto e rendere meno gravoso il vissuto personale, a maggior ragione in un momento di bisogno di salute». Gli effetti positivi che possono scaturire dalla presenza di una figura apposita dedicata all’accoglienza, vanno a vantaggio anche degli operatori sanitari; il Caring Assistant diminuisce le distrazioni e lo stress causate dalle continue interruzioni dovute alle richieste, legittime, di informazioni da parte di parenti e caregiver.
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