L’INCHIESTA
«Rifugiati, numeri da paura»
L’indagine su KB fa infuriare la Lega: servizio affidato a chi gestiva latte di capra

I numeri delle massicce presenze sottolineano l’emergenza di questi giorni sul versante profughi.
«Emergenza largamente preannunciata e mal gestita», spiega Giampiero Reguzzoni, candidato alla Regione per la Lega, mentre snocciola i dati in suo possesso, che raccontano di oltre 25mila ospiti in tutta la Lombardia e, in particolare, dei 1975 migranti ancora collocati nel Varesotto alla fine dello scorso anno (poi leggermente diminuiti in queste ultime settimane).
«Se consenti che i richiedenti asilo vengano dati in mano a chi fino al giorno prima gestiva asine e capre per farci latte, formaggi e altri prodotti, come vuoi che vada a finire?», chiede un po’ ironico e un po’ sconsolato il consigliere regionale bustocco del Carroccio.
Già, perché il punto tragico fissato in questi giorni, su cui i padani rilanciano la sfida accompagnata dalla sdegno, è rappresentato da un’indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio (il pm Chiara Monzio Compagnoni ci lavora in realtà da mesi, ma la notizia si è diffusa solo in questa settimana con i blitz) che conta già una ventina di indagati, accomunati da un’ipotesi di reato che parla di truffa ai danni dello Stato.
L’unica certezza finora è che nell’elenco delle persone su cui si sta puntando la lente d’ingrandimento ci sono Roberto Garavello e Katiusha Balansino, marito e moglie, fin dall’inizio (cioè quattro anni fa) a capo della società KB che conta oltre 500 profughi in carico.
Le sei strutture in cui sono ospitati (a Busto Arsizio, Gallarate, Gorla Minore, Fagnano Olona, Somma Lombardo e Samarate) sono state setacciate dalla Digos, col supporto dell’Ats Insubria per le ispezioni tecniche in grado di spiegare se davvero i soldi messi dal governo per l’accoglienza siano stati impiegati per prestare tutti i servizi richiesti nei bandi di gara.
Detto di Garavello e Balansino, però, l’elenco dei soggetti sotto inchiesta è sicuramente più ampio.
Si parla di altri esponenti della KB, poi di una serie di fornitori di beni e servizi alla cooperativa, quindi c’è da capire se l’altra notizia bomba - ovvero la perquisizione che la polizia ha effettuato a dicembre negli uffici della stessa Prefettura - abbia portato a ulteriori sviluppi della vicenda giudiziaria.
Il tutto mentre il blocco dei pagamenti a KB in atto da settembre (oltre due milioni di euro) avvicina al rischio che l’azienda si faccia da parte dall’oggi al domani (al massimo lasciando a disposizione le strutture) scatenando un’emergenza nell’emergenza, fino al pericolo che esploda una vera e propria bomba sociale nel territorio varesino.
«Queste sono le cose che accadono quando si lascia che un giro d’affari che in Provincia vale 25 milioni di euro si lascia in parte nelle mani di cooperative non proprio limpide», insiste Reguzzoni.
«Insomma, siamo all’ennesima dimostrazione del fallimento della politica buonista del governo targato Pd. Già quando ero vicesindaco di Busto avevo denunciato pubblicamente l’inadeguatezza della gestione dell’accoglienza in città da parte di una società che, ricordiamolo, nasce come produttrice di latte di asina. Neanche pochi mesi fa ho inviato al prefetto Giorgio Zanzi una richiesta formale di chiarimento a fronte dell’emergere di ulteriori gravi criticità. Una società, la KB Srl che viene lautamente remunerata per un servizio che in realtà non sembrerebbe affatto erogare. Il prefetto mi invitò a discuterne in un incontro informale. Invito che rispedii prontamente al mittente dal momento che ad una richiesta formale mi aspettavo una risposta altrettanto formale. Risposta che però, chissà come mai, di fatto non è mai arrivata. Stiamo parlando di centinaia di richiedenti asilo ospitati in queste strutture che rappresentano un giro d’affari importante. Sicuramente le indagini dovranno ancora chiarire molti aspetti della questione, un fatto è però già certo: sul nostro territorio i numeri sono comunque rilevanti. Se venisse confermata l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato, bisognerà chiarire come mai queste irregolarità non siano emerse prima. Certo è che il fallimento delle politiche di gestione dei flussi migratori».
© Riproduzione Riservata