LO SFOGO
Morì schiacciato a Malpensa: la rabbia della moglie esplode in tribunale
La vedova sbotta durante la deposizione di un testimone: «Voglio la verità, voglio giustizia»

All’improvviso un’esplosione di urla nel corridoio del tribunale di Busto Arsizio, dalle aule sono usciti gli avvocati, le guardie giurate sono accorse insieme ai carabinieri, il personale amministrativo pure. Nessun allarme però, solo il grande dolore che da quattro anni logora la famiglia di un operaio morto a Malpensa a giugno del 2019. La vedova, durante la deposizione di un testimone del processo a carico dei presunti responsabili dell’infortunio, ha iniziato a inveire: «Tutte bugie, mio marito è morto schiacciato e non dicono la verità», gridava la donna singhiozzando.
«VOGLIO GIUSTIZIA»
Accanto a lei, nel tentativo di calmarla, l’avvocato di parte civile Matteo Piantanida, una delle due figlie e la cognata. Ma non c’è stato verso di tranquillizzarla. Anzi, più la invitavano a rasserenarsi più le montava la rabbia anche contro il resto della famiglia. «Io voglio solo giustizia per mio marito, non voglio soldi, voglio solo la verità», si disperava. La figlia piangeva, la cognata la richiamava a un atteggiamento più sobrio e soprattutto le sconsigliava di tornare in aula. E siccome lei non voleva saperne alla fine si è beccata uno schiaffo in faccia. Il processo davanti al giudice Daniela Frattini, aperto con l’accusa di omicidio colposo, non è ancora arrivato a sentenza, alla prossima udienza verranno ascoltati altri testimoni che riferiranno sul ribaltamento del muletto che il cinquantenne guidava e che gli tolse la vita. Accadde al Terminal 2, il fernese manovrava il trattorino impiegato per le operazioni di carico e scarico merci nell’area di un trasportatore. Per cause che dovrà chiarire il dibattimento il mezzo si ribaltò e il dipendente morì spappolato. Per la famiglia fu un trauma che produce ancora conseguenze.
LITE TRA FRATELLO E SORELLA
È stata una mattinata di tensioni quella di ieri, lunedì 23 ottobre, in tribunale: all’esterno, subito dopo un’udienza civile, si sono accapigliati un fratello e una sorella che si contendono la custodia dell’anziano padre; uno straniero che si aggirava in attesa di informazioni su un non meglio qualificato cugino è stato accompagnato fuori per motivi precauzionali e ha quindi accusato forze dell’ordine e personale della sicurezza di cacciarlo per diffidenza razziale.
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