LUTTO
Busto piange Andrea Barcucci
L’esponente di Europa Verde era malato da tempo

Se c’era una battaglia per l’ambiente, lui c’era: sempre in prima linea, spesso in solitaria, come capita agli animi più inclini ad accendersi. Di indignazione, di rabbia, di gioia anche. Quella che si accompagna alla certezza di fare la cosa giusta, senza doppi fini e senza troppi calcoli. Magari aveva un carattere complicato e più di uno certo glielo avrà fatto notare, ma la generosità del personaggio, il suo slancio erano fuori discussione. Lo rendevano a tutti gli effetti un riferimento per la causa che aveva scelto: l’ambiente, ma anche una società migliore, perché trovare la serenità e l‘equilibrio con la natura significa ritrovare se stessi nella versione più autentica. Così piace ricordare Andrea Guido Barcucci, 64 anni, livornese di nascita e bustocco d’adozione, attivista ambientalista, già presidente di Legambiente Busto Arsizio e da ultimo capofila dei Verdi.
Al culmine di una giostra fatta di ricadute e risalite, un male incurabile e fulminante, scoperto appena un paio di mesi fa, lo ha infine sottratto all’affetto dei suoi cari ieri sera, 15 dicembre, intorno alle ore 20, nell’ospedale dove era ricoverato. Lascia due figli.
La notizia sta già scuotendo coloro che gli sono stati vicini nella condivisione delle sue battaglie ambientaliste: «Era una persona molto generosa, sempre disponibile, che sapeva tutto di Busto e delle sue problematiche. Era scrupoloso e sapeva guardare i dati come pochi, mai banale, approfondiva molto ogni tematica che affrontava. Ci mancherà», afferma a caldo Paola Gandini, che proprio a Barcucci è subentrata nella carica di presidente del circolo bustocco di Legambiente. E Patrizia Sanonner dei Verdi: «Magari aveva un carattere rumoroso, per così dire, perché era un anticonformista, uno vero spirito libero, ma è stato trainante per il nostro partito e un autentico punto di riferimento in particolare per i giovani che si sono avvicinati a noi in questi anni. Si tratta di una grandissima perdita per noi come per l’intera città».
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