POLITICA
Busto, si scioglie La Sinistra Chiara
Antifascisti, Indipendenti e Pci pronti a far nascere nuove iniziative
L’avventura è durata un anno o poco più. La Sinistra Chiara per Busto, presentatasi alle ultime elezioni amministrative nell’ottobre 2021, si scioglie: «Esperienza conclusa».
Un comunicato, sottoscritto da Antifascisti Sempre, Indipendenti "Democrazia e Partecipazione", PCI, annuncia alla città e agli oltre 700 elettori che avevano scelto questa formazione alle urne, puntando sulla candidata alla poltrona di sindaco Chiara Guzzo, che dopo la fuoriuscita di una delle componenti, ovvero Sinistra Italiana, che si è defilata nel febbraio scorso, l’esperienza adesso non può proseguire con le stesse modalità.
«Per noi – spiega il comunicato - pandemia e guerra continuano a essere questioni sensibili e oggetto di discussione senza pretesa di verità, ma per costruire orizzonti di umanità. Questa scelta non è un addio, ma è un arrivederci a subito, già domani, perché Antifascisti, Indipendenti, e PCI, che l'8 marzo 2021 fondarono la lista, rimangono e rinnovano l'appello ad aggregare cittadine e cittadini per la ricostruzione della sinistra, oggi disgregata in mille rivoli, quando non millantata da partiti e partitelli proni all'uomo-forte di turno, all'Europa delle banche e lontani da qualsiasi istanza sociale».
OSPEDALE UNICO
Le questioni toccate in campagna elettorale restano aperte a partire dall'Ospedale unico, su cui a marzo fu indetto un incontro pubblico con Vittorio Agnoletto: «Sulla questione raccogliamo indignazione, poca e dispersa e pressapochismo dell'ultimo momento per l'indizione della consultazione sulla VAS (Valutazione Ambientale Strategica), cioè la possibilità per i cittadini in teoria, ma l'impossibilità in pratica, di intervenire con pareri e osservazioni entro il 25 agosto. Peccato che sia stata negata anche dal Comune la possibilità di incontro con la cittadinanza».
Il quadro dipinto parla di «democrazia e partecipazione di facciata, rispetto risicato della forma, quando la sostanza è ben altra: un progetto di miliardi, con una bella colata di cemento sulla poca natura rimasta in zona, lasciando gli attuali ospedali di Busto e Gallarate e le loro aree a un destino incerto, se non addirittura inquietante e oltre 200.000 persone distanti anche 15 km nell'area più trafficata del Nord, l'asse del Sempione, costrette a rivolgersi ai servizi dell'unico ospedale». E ancora: «Le altre parole magiche come "Case di comunità" vengono nominate come un abracadabra, mentre procede l'iter dell'ospedale unico che unico non è, perché comunque c'è sempre il servizio privato sotto casa pronto ad accogliere a casse aperte. È l'eccellenza lombarda... Noi diciamo no e vigileremo per coinvolgere chi si è battuto in questi anni contro questa logica e contro l’abbandono degli attuali ospedali. Produrremo nostre osservazioni per la VAS, consci di partecipare non a un processo democratico e partecipativo ma a un gioco a tempo in cui, a parte pochi, potremmo tutti perdere molto».
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