FURTI
Rolex, due zingare a processo
Vittime un avvocato e un anziano. Le ragazze usavano la tecnica dell’abbraccio

Hanno appena vent’anni le due rumene specializzate in furti di orologi che a lungo hanno imperversato sul territorio.
Due le truffe dell’abbraccio accertate dalle forze dell’ordine al di là di ogni dubbio, tra le loro vittime anche un noto avvocato del foro di Busto. Ieri per le nomadi - difese dall’avvocato Sergio Bernocchi - si è aperto il processo monocratico, subito rinviato dal giudice Daniela Frattini per questioni tecniche. Il caso del penalista raggirato era stato raccontato dalla Prealpina appena accaduto. Era una mattina di fine luglio del 2017, l’atmosfera era quella di un forno.
Mentre l’avvocato camminava lungo viale Duca d’Aosta, due giovani e sorridenti ragazzine gli andarono incontro come una brezza leggera. Avevano in mano un biglietto con indicata via Milano. Gli chiesero in che direzione muoversi per raggiungerla, lui gentilmente dette ogni informazione. Poi le due intavolarono un altro discorso, domandando al libero professionista se fosse a conoscenza di qualcuno a cui servisse una badante, o di qualsiasi altra opportunità di lavoro o anche solo di trovare un posto in cui dormire.
Due chiacchiere brevi, ma sufficienti per distrarre la vittima sviando la sua attenzione.
Al termine di quella conversazione le due si prodigarono in ringraziamenti per la sua gentilezza, manifestando grande entusiasmo per la sua disponibilità: «Lei è proprio una buona persona». Gli tesero la mano per salutarlo, e precisarono: «Ci dia la mano della fortuna, la sinistra», gli dissero cingendolo con le braccia. E pochi istanti dopo erano già dirette in via Biancardi, dove le attendeva un’auto nera.
Solo in quel momento l’avvocato si rese conto che il suo Rolex in acciaio aveva preso il volo. La vittima andò dai carabinieri a denunciare il fatto e sfogliando l’album fotografico delle pregiudicate riconobbe le due ladre.
Modus operandi usato anche con l’altra vittima, un bustese settantaquattrenne fermato con il pretesto di un’indicazione stradale. Era il mese di maggio. Con lui il metodo dell’abbraccio toccò una delle migliori performance: per ringraziarlo della sua affabilità le due si gettarono tra le sue braccia facendo complimenti e moine. E via il Rolex.
Le indagini hanno comunque consentito di risalire alle responsabili, sospettate di numerosissimi altri episodi, per i quali però non s’è trovata prova certa.
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