INCIDENTE MORTALE
Uccisa sulle strisce, l'automobilista patteggia
Fu concorso di colpa, pena di un anno. Tratto di strada pericolosa, i residenti protestano

Donna travolta e uccisa sulle strisce, l'automobilista patteggia un anno di reclusione.
Quella sera Liudmyla Vasylchuk aveva solo un desiderio: mangiare un kebab. Uno spuntino che le costò la vita, perché la trentottenne ucraina venne investita e uccisa. La settimana prossima il ragazzo indagato per omicidio stradale, difeso dall’avvocato Francesca Cramis, comparirà davanti al gip Nicoletta Guerrero per patteggiare una pena di un anno, in accordo con il pubblico ministero Rossella Incardona.
All’esito degli accertamenti svolti dalla polizia locale e delle produzioni della difesa è emerso un concorso di colpa nella tragedia. Una parte di responsabilità «è da attribuire anche alla vittima stessa», fa notare Cramis. Forse Liudmyla si avventurò per strada un po’ distrattamente. Negli atti, infatti, si legge che la donna era «in condizione di ubriachezza» la sera in cui venne travolta dall’utilitaria del giovane.
Accadde il 18 luglio dell’anno scorso, poco dopo le 23, tra viale Diaz e via Orrù. Il ventitreenne alla guida della sua Lancia Ypsilon viaggiava in direzione dei Cinque Ponti, arrivando da largo Giardino. La velocità superava i 70 chilometri all’ora e quando, all’altezza del civico 10 di viale Diaz, si ritrovò davanti l’ucraina - che stava attraversando lontano dalle strisce pedonali - non riuscì a rallentare e ad evitare l’impatto o almeno a minimizzarne le conseguenze. La trentottenne venne urtata sul fianco sinistro: il suo corpo venne caricato sulla macchina e proiettato in alto, poi atterrò al suolo con forza devastante.
L’immigrata - che viveva in via Gavinana dal 2009 - riportò gravissime lesioni cranio-cervicali e scheletrico-viscerali che ebbero come esito il decesso. L’indomani dell’incidente comunque non mancarono le critiche sul fronte della viabilità. «Quel tratto di strada, verso i Cinque Ponti, è teatro di troppi incidenti. Non si può tacere ancora, bisogna fare qualcosa e al più presto prima che ci scappino altre vittime», dichiarò Antonino Baldovino, residente della zona. Il bustese evidenziò un problema anche di incuria: «Le piante non vengono potate da tantissimi anni, le chiome coprono la luce dei lampioni. Si vedono sfrecciare veicoli anche a cento all’ora e gli incidenti sono frequentissimi. Spero che non accada mai, ma se dovesse capitare a un mio parente credo che ne chiederei ragione al Comune».
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