IL LUTTO
Campiotti, il ricordo di Leboyer
L’ostetrica varesina e l’attrice Pamela Villoresi commemorano il “padre” della nascita senza violenza, morto a 99 anni

Si è spento a 99 anni Frédérick Leboyer, a lungo primario della Clinica Ostetrica di Parigi, padre di un nuovo modo di intendere la filosofia della nascita del quale è stata allieva anche Marta Campiotti, l’ostetrica della Casa Maternità di Induno Olona che predilige il parto in casa. Il viaggio di Leboyer si è concluso il 25 maggio nel silenzio della montagna, in Svizzera, nel piccolo paese del Vallese dove dal 2000 viveva con la moglie giapponese, che ne ha dato notizia solo qualche giorno dopo. Così lo saluta Marta Campiotti: «Sei volato nel vento, Frédérick, Maestro e Padre, Poeta, Medico, Filosofo ed Artista, vicino al Mistero del Parto e dentro l’Anima della Nascita. Hai ispirato le scelte delle donne e guidato le mani di noi ostetriche, hai scandalizzato i sapienti con la tua poesia e qualche volta stupito i furbi con la verità dell’evidenza. Questa notte il canto della Nascita si alzerà potente per raggiungerti, ovunque tu sia».
Leboyer ha esercitato la libera professione alla Clinique de l’Ile, dove ha aiutato a nascere più di mille bambini. A quel tempo si reca frequentemente in India ed incontra colui che orienterà in modo determinante il suo cammino spirituale: Swami Prajnanpad. A fianco di questo Maestro, rimette in discussione se stesso, l’etica e la pratica della sua professione di medico. Infatti pubblica in Francia, nel 1974 «Per una nascita senza violenza», libro che sarà pubblicato da Bompiani in Italia nel 1977 e successivamente in tutti i paesi. Dopo la pubblicazione, Leboyer lascia la professione e si dedica alla scrittura, alla fotografia e alla realizzazione di film. È molto conosciuto in Italia il video (curato dalla Red Edizioni ) «Il rito della nascita», con l’attrice Pamela Villoresi, suo figlio Tommaso e come operatore suo marito Cristiano Pogany: un video che ha ispirato ed aiutato centinaia di donne a partorire nel canto e nella consapevolezza, a partire dagli ultimi anni ottanta. Così lo ricorda Villoresi: «Avevo 22 anni. Ero alla ricerca di insegnamenti che mi aiutassero a partecipare al grande banchetto degli dei che è la vita. Al viverla al meglio, a non sprecare niente con la distrazione. Lessi i libri di Leboyer, lo conoscemmo. Lui voleva fare un film sull’uso del canto carnatico durante il travaglio. Eravamo la coppia perfetta. Io, attrice, non mi sarei fatta intimidire dalla macchina da presa, mio marito avrebbe illuminato e filmato. Così aspettò il concepimento del nostro secondo figlio e combinammo classi di canto e film. E fu poesia, fu essere partecipi della magia della vita. Grazie Frederick, per sempre».
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