PALAZZI BOLLENTI
Cani, tivù, sesso: si litiga per tutto
Ivo Azzimonti spiega la «vita difficile» dell’amministratore di condominio: «Ogni anno spedisco almeno 50 lettere per provare a conciliare i dissidi»
Una delle ultime storie con cui si è trovato a fare i conti è certamente fra le più curiose che gli siano capitate nella sua carriera da amministratore di condomini. Perché Ivo Azzimonti (volto noto per la lunga esperienza da assessore e che ancora adesso siede sui banchi del Consiglio comunale da capogruppo della Lega) si è trovato nella strana parte del mediatore fra due vicini di casa per “colpa” del sesso troppo rumoroso consumato da uno dei due a discapito della tranquillità domestica dell’altro, disturbato non tanto nel sonno quanto nella difficoltà di spiegare al figlio piccolo cosa succeda al piano di sopra. «Tutti e due hanno le loro legittime “necessità” - dice con un sorriso Azzimonti - e non so come potranno trovare un punto di incontro. Ma a chi svolge il mio ruolo capita di trattare anche questo».
RICHIAMI IN QUANTITÀ
È una «vita difficile» e «piena di imprevisti» quella dei professionisti che si occupano di gestire palazzine di ogni genere. Ci sono gli aspetti fiscali, le questioni legate alla crescente morosità sulle spese condominiali, il tema delle manutenzioni da compiere, ma anche le liti sono ormai materia quotidiana. «Al di là di vicende particolari come quella di cui parlavamo prima - afferma Azzimonti - devo dire che ogni anno saranno almeno una cinquantina le lettere che scrivo a qualche inquilino su richiesta di altri abitanti». Un impegno che comprende di tutto, perché i motivi della discordia sono variegati. «Il mio ruolo è quello di tentare di conciliare le parti in base alle regole esistenti. C’è chi si adegua e chi se ne frega. E non è raro che la cosa sfoci poi in denuncia fra le parti».
L’ABBAIO E LA TELEVISIONE
Come detto, alla base degli scontri ci sono tante questioni: si va dal decoro («Ad esempio c’è chi mi segnala che chi abita accanto lascia le scarpe ad arieggiare sullo zerbino e non dovrebbe») al volume della televisione troppo alto. Ma se c’è una voce in esponenziale espansione, essa riguarda la presenza di animali domestici: «Si tratta di presenze sempre più frequenti e tantissimi, direi in numero impressionante, sono i casi in cui dei quattro zampe vengono lasciati soli in appartamento e si mettono ad abbaiare, rendendo le giornate poco calme per chi abita accanto». E poi talvolta ecco che ci si mette di mezzo l’allarme che scatta senza ragione e diviene elemento molesto, come nel caso che sta capitando da tempo in corso 20 Settembre ed è diventato addirittura elemento di indagine della procura della Repubblica per risalire all’origine di quel frastuono quotidiano.
MENO TOLLERANZA
Più in generale, l’esperienza maturata da Azzimonti gli consente di leggere un «profondo cambiamento nel nostro modo di rapportarci con gli altri». E argomenta: «Da un certo punto di vista si tratta chiaramente di un aumento della maleducazione che poi fa imbestialire chi chiede di stare tranquillo quando si trova a casa. Ma il vero elemento che registro è dato dal fatto che fra le persone esiste sempre meno tolleranza». Tant’è vero che «devo ammettere che tante volte mi trovo a dover parlare con presunti disturbatori che, sinceramente, mi danno l’impressione di non combinare chissà che cosa. Spesso non si sopporta nemmeno una cena fra amici organizzata una volta al mese». Intanto, però, le liti esplodono in quantità.
E se qualcuno si stesse chiedendo come finirà con la storia degli amorosi incontri presi di mira dagli inquilini del piano di sotto, sappia che pochi giorni fa un giudice del Tribunale di Busto si è espresso su un caso simile, decretando che la coppia “vivace” non è imputabile. Non che non disturbi, ma il disturbo non è voluto. Né “abbassare il volume” in quei momenti è ritenuta procedura di facile attuazione. Anche se un amministratore di condominio fa presente il problema.
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