L’INDAGINE
Capi marchiati “Nasa”, maxi sequestro a Verbania
Oltre 20mila indumenti illegali intercettati dalla Guardia di Finanza

Ventimila capi di abbigliamento con il marchio “Nasa” sono stati sequestrati dalla guardia di Finanza del Comando provinciale di Verbania, coordinata dalla Procura di Trani nell’ambito dell’operazione battezzata “Interstellar”. Tutto è partito da un controllo in materia di sicurezza dei prodotti effettuato in un megastore di abbigliamento e prodotti per la casa nel Verbano. I militari del gruppo di Verbania, insieme al personale della sezione Antifrode dell’Agenzia delle Dogane, hanno trovato 151 capi non conformi alla normativa, tutti con il logo dell’agenzia spaziale governativa statunitense, appunto, la Nasa.
Le Fiamme Gialle hanno deciso di approfondire la liceità dell’utilizzo di tale logo da parte di un’azienda operativa nella provincia di Bat, ossia Barletta, Andria e Trani.
Hanno così contattato la Nasa, appurando che, sebbene fosse stata rilasciata una preliminare autorizzazione all’uso dei loghi identificativi dalla stessa Agenzia, ovvero i cosiddetti “meatball” e “worm“, la stessa fosse totalmente all’oscuro delle modifiche apportate sugli stessi e riprodotti su felpe, magliette e altri indumenti.
LA NORMATIVA
Le linee guida della Agenzia Spaziale Americana prevedono infatti un minuzioso processo di approvazione preventiva che la società produttrice, in realtà, simulava di aver effettuato in fase di ricezione degli ordinativi di acquisto da parte della catena distributiva presente in tutto il Nord Italia o, addirittura, dava arbitrario inizio alla produzione sebbene la stessa Nasa l’avesse espressamente vietato in quanto in netto contrasto con le loro linee guida per il merchandising.
LA DENUNCIA
Sono così stati denunciati alla Procura di Trani il legale rappresentante e l’amministratore di fatto/direttore commerciale della società pugliese per contraffazione di marchi o segni distintivi e per introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi. La ricostruzione della filiera distributiva, mediante una meticolosa analisi delle fatture elettroniche, ha permesso di scoprire che la produzione autunno-inverno 2023 era stata quasi interamente destinata ad un megastore con sede centrale a Milano, ma con 35 punti vendita in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Piemonte, fra i quali uno nel Vco, da dove è partita l’indagine.
La Procura di Trani ha disposto così il sequestro di 21.264 capi di abbigliamento.
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