LA CRISI
Carapelli, anche da Roma pressing sugli spagnoli
Incontro al ministero dello sviluppo economico: si tenta di salvare la storica azienda di Inveruno

Trovate delle soluzioni alternative alla chiusura: è un coro unanime, quello che istituzioni, forze sindacali e lavoratori lanciano al gruppo spagnolo di Deoleo, che recentemente ha comunicato di aver deciso di chiudere lo stabilimento inverunese della Carapelli, lasciando a casa 98 lavoratori della zona. Giovedì 17 si è svolto un incontro al ministero dello Sviluppo economico, alla presenza dei vertici aziendali, delle forze sindacali, delle rappresentanze di Regione Lombardia e Regione Toscana, del ministero dell’Agricoltura e del sindaco inverunese Sara Bettinelli. Tutti hanno sostenuto la proposta di valutare ipotesi diverse dalla chiusura dello stabilimento e dalla fine delle attività.
Dalla società iberica c’è stata un’apertura al dialogo che lascia ben sperare, anche se si tratta di una fase assolutamente interlocutoria. Il prossimo 28 novembre è fissato, sempre a Roma, un nuovo incontro tra le parti, ma già la settimana prossima è previsto un passaggio tecnico negli uffici regionali proprio per capire quali potranno essere le proposte alternative. «Queste potrebbero essere la cassa integrazione, o altri strumenti previsti dalla legge - ha spiegato il sindacalista della Cgil, Jorge Torre - ma sempre con l’idea di fondo di evitare la chiusura. L’azienda resta rigida e se, entro gennaio, non si arriverà a un accordo si andrà ai licenziamenti, perché anche se c’è la disponibilità a fare queste verifiche tecniche, la procedura resta aperta».
Servizio completo sulla Prealpina di venerdì 18 novembre
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