LONGEVITA’ AGONISTICA
Carettoni record: esce dal campo a 53 anni
Il calciatore di origini varesine ha detto basta dopo una carriera infinita. A 43 anni si era rotto il crociato ma ha avuto la forza di tornare a giocare

Origini varesine, una passione smisurata per il calcio, una forza di volontà enorme. Lui è Alessandro Carettoni, per molti un esempio. In campo e fuori. Ora ha deciso di dire basta col calcio giocato, dopo l’ennesima stagione nel rettangolo verde. La scorsa annata, l’ultima di una carriera infinita, è stata anche vincente visto che il “suo” Momo, squadra novarese, è salito in Promozione. Ah, dimenticavamo: Carettoni ha 53 anni. Proprio così, ha giocato in un campionato federale fino a 53 anni.
IL GRAVE INFORTUNIO
Un record che ha dell’incredibile, reso ancora più prezioso dal fatto di aver superato un ostacolo che pareva insormontabile: rottura del crociato a 43 anni. Eppure “Ale”, nato a Cassano Magnago non ha mollato. Cuore Toro, serio ma sempre pronto a sfoderare un sorriso per smorzare le tensioni, questo eterno ragazzo che all’alba della carriera ha assaggiato la Serie D a Borgosesia (secondo posto dietro al Grosseto) e che poi ha percorso una maratona agonistica tra Eccellenza, Promozione e Prima Categoria infilando 36 campionati consecutivi, è sempre stato pungolato da uno stimolo che ha accompagnato la sua passione: «Dimostrare che si può giocare anche dopo i 40 anni ed essere un esempio positivo per i giovani». Quei giovani che, a suo giudizio, sono stati penalizzati dalla regola degli under in campo obbligatoriamente: «Una volta usciti dall’età utile finivano spesso per andare indietro e perdersi».
LE ORIGINI VARESINE
Carettoni è originario della provincia di Varese. E’ nato a Cassano Magnago dove ha trascorso i primi anni di vita. Poi si è trasferito con la famiglia nel Novarese, i genitori hanno avuto per quarant’anni una cartoleria a Borgomanero. Alessandro ha tirato i primi calci a Oggiona Santo Stefano ed è rimasto lì qualche anno, alla scuola calcio di Roberto Vicenzi. Poi il “trasloco” in Piemonte, l’esordio in prima squadra a Borgomanero, le svariate esperienze con Borgosesia, Sunese, Oleggio, Cusiana, Real Cureggio, Dormelletto, Arona, Gattinara, infine il Momo. Un’avventura vissuta sempre con lo stesso stile umano: sobrio, composto, positivo. In tanti, tra i compagni di squadra di questi decenni, lo hanno definito «speciale», sottolineandone, al di là delle doti tecniche, «la forza mentale, la grinta, il rispetto per compagni e avversari».
I NUMERI E I RINGRAZIAMENTI
Ora, dunque, “Ale” si è fermato. Ma non è uscito dal pallone. E’ ancora a Momo, dove “respira” la squadra da dirigente accompagnatore facendo anche il mister in seconda. Guardando indietro, rivivendo i tanti anni in campo, gli innumerevoli allenamenti, le 717 partite ufficiali messe in fila dal 1987 in poi con 36 gol realizzati, pensiamo che a volte un po’ di emozione lo assalga. Di sicuro affiora anche la riconoscenza «per mia moglie e per tutta la mia famiglia: sono stati comprensivi e pazienti permettendomi di coltivare questa mia passione». Chapeau.
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