Calcio
Carlos Tevez: "Cresciuto tra gli omicidi ma ho scelto il calcio"

Roma, 13 mar. (askanews) - La vita a Fuerte Apache, la morte del suo migliore amico, Dario Coronel, ex Velez Sarsfield che ha scelto la criminalità togliendosi la vita a 17 anni. Le condizioni di vita nei quartieri più difficili in Argentina e la scelta del calcio. Carlos Tevez racconta di tutto questo a Fifa.com, in una intervista dove parla della sua infanzia difficile "in un posto dove droghe e omicidi facevano parte della vita di ogni giorno". "Vivere in quel modo, anche se sei un ragazzino, ti fa crescere in fretta e ti mette nelle condizioni di scegliere da solo la tua strada". Lui ha scelto il calcio, il suo amico Coronel no: "aveva tutto per avere successo ma ha scelto una strada diversa, quella della criminalita'. Ha fatto la scelta piu' facile, non e' stata una questione di sfortuna. Penso spesso a lui, era il mio migliore amico, stavamo insieme 24 ore al giorno". Per questo ad ogni gol toglie la maglia e ricorda una zona difficile della sua Argentina perché "ci sono anche bravi ragazzi a Fuerte Apache e nella Ciudad Oculta come in tutte le citta' argentine. Io ne sono venuto fuori e come me anche altri. Non e' facile ma ognuno ha il proprio destino nelle sue mani". Oggi le cose vanno ancora peggio: "Una volta ti derubavano ma ti lasciavano andare via, ora gli dai tutto quello che hai e ti uccidono pure". A Torino " si vive bene. Ho ricevuto un caldo benvenuto, la gente e' molto alla mano, anche se meno passionale rispetto a posti come Roma o Napoli". In Inghilterra è stata dura, anche per questioni di lingua. In Italia è meglio ma "l'Argentina mi manca" e sulla dieci di Platini dice di "non sentirne il peso, altrimenti diventerei matto e non potrei fare il mio lavoro nel modo giusto".
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