LA SANZIONE
Caronno, supermulta a chi sfama i gatti
Fino a 500 euro per chi dà cibo alle colonie feline

Multe da 25 a 500 euro a chi ciba i gatti di due colonie: quella vicino al Tigros in via Bergamo e quella vicino al Parco Lura in via Arese. Non ha precedenti l’ordinanza firmata dal sindaco Marco Giudici, concordata con l’associazione Enpa di Saronno per tutelare i randagi, senza rischi di proliferazione coi conseguenti problemi igienico-sanitari.
LE STERILIZZAZIONI
Il provvedimento nasce da un fatto: siccome tutti continuano a dare da mangiare ai gatti in modo indiscriminato, non è più possibile censirli e prendersene cura perché stanno aumentando in modo spropositato: di qui i piani di sterilizzazione messi a punto dal Dipartimento Veterinario di Ats Insubria, al fine di evitare nascite di cucciolate indesiderate; seguono poi l’identificazione e la registrazione nell’Anagrafe felina applicando un microchip. Si può così effettuare la cattura dei gatti liberi, necessaria ai fini della loro tutela, dell’incremento demografico incontrollato e dell’igiene urbana.
LE SANZIONI
La polizia locale multerà con sanzioni da 25 a 500 euro chi non rispetterà questi divieti: in via Arese e al Tigros di alimentare i gatti liberi o comunque lasciare cibo a loro disposizione; manomissione e asportazione delle gabbie-trappola debitamente identificate, che saranno collocate in luoghi idonei con l’ausilio di volontari; cattura dei gatti liberi; spostamento dei punti di alimentazione; immissione nelle colonie di gatti di proprietà o ritrovati vaganti; ostacolare o impedire l’attività di gestione delle colonie, magari asportando o danneggiando gli oggetti utilizzati per la loro alimentazione, per il riparo e la cura. Al Tigros i 22 gatti, tutti sterilizzati, sono «diventati» 26; in via Arese 5 gatte sterilizzate e microchippate, sono «diventate» 14. È l’effetto di chi, in barba ai cartelli che chiedono di non cibare i randagi, lascia comunque ciotole di cibo e altro per sfamarli. Sì, perché il cibo attira altri randagi e le colonie diventano meno controllabili, con tutti i rischi igienico-sanitari.
«Capiamo il buon cuore di chi vuole sfamarli - rimarca Luisella Riccardi, vice presidente dell’Enpa di Saronno, che ha siglato una convenzione col Comune - ma bisogna capire che, così facendo, ostacolano il nostro lavoro e il benessere degli animali. Il momento della somministrazione di cibo è importante perché ci permette di monitorare la situazione: quanti sono, quali vanno catturati con le gabbie-trappola autorizzate, se si trovano in buone condizioni di salute, quali vanno sterilizzati e microchippati».
MICROCOSMO
Sì, perché le colonie feline sono un microcosmo delicato, dall’equilibrio precario. Basta togliere un tassello e la colonia esplode, con i conseguenti rischi igienico-sanitari perché è complicato gestirle tutti. «Già la situazione è divenuta difficile col Covid per le mancate sterilizzazioni» esclama la volontaria: «C’è poi un paradosso: che spesso a lamentarsi della presenza eccessiva di randagi sono proprio coloro che li hanno alimentati».
Presunti avvelenamenti
Nei giorni scorsi c’è chi ha segnalato tentativi di avvelenamento di gatti: poiché davano fastidio a qualcuno, sarebbe stata sparsa qualche sostanza nociva com’è già accaduto in passato. Ma non ci sono riscontri oggettivi: per questo la raccomandazione degli animalisti, prima di fare allarmismo, è di sporgere denuncia alle forze dell’ordine per far analizzare la sostanza trovata.
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