DOPO L’ARRESTO
Prima le botte, poi lo difende: «Non è un orco»
La moglie picchiata: «I bambini mi chiedono quando tornerà»
«Non è l’orco che è stato dipinto, siamo insieme da dieci anni, se fosse stato un uomo violento non avrei avuto tre figli da lui e me ne sarei andata prima. Le mie parole sono state ingigantite». La moglie di Giovanni Di Martino, arrestato giovedì 29 agosto per maltrattamenti in famiglia, ridimensiona la portata della vicenda, «perché mai avrei pensato a queste conseguenze». L’uomo, difeso dall’avvocato Corrado Viazzo, verrà interrogato dal gip Luisa Bovitutti a breve e in quella sede potrà dare spiegazioni a quell’esplosione di violenza così fragorosa da indurre i vicini di casa a chiamare il 112. Ma la convivente vuole dare la sua versione dei fatti con la lucidità e l’equilibrio che giovedì 29, gonfia di botte, non poteva certo avere. «Quello che ho detto davanti ai carabinieri era solo uno sfogo in un momento di rabbia. È chiaro che dopo essere stata picchiata non posso che dire ogni male. Ma si è trattato solo di quell’episodio, in passato non era mai successo. Io credo che Giovanni abbia avuto un raptus e che i suoi disturbi si siano manifestati ancora. Non me la sento di accusarlo, la verità è che la sera prima ridevamo e scherzavamo insieme con i nostri figli, che continuano a chiedermi quando tornerà il loro papà». Ora bisognerà capire se quanto raccolto a sommarie informazioni dai militari sia ritrattabile, «sono pronta a parlare io stessa con i magistrati per spiegare tutto», ma per il reato di maltrattamenti in famiglia in genere gli inquirenti procedono d’ufficio. «Io non sto giustificando quello che ha fatto, non posso scusarlo per avermi picchiata in quel modo», afferma la trentacinquenne. «Deve capire di aver sbagliato e che un gesto simile non dovrà mai più ripeterlo. Ma è stato solo un caso estemporaneo, non un comportamento abituale».
A quanto pare Giovanni Di Martino avrebbe perso il controllo non nel corso di una lite o per motivi pregressi, per tensioni nella coppia. La convivente sostiene che sia scaturito tutto dal nulla. Anzi, da una foto del fratello Catello, morto suicida lo scorso gennaio all’ospedale di Gallarate. La cercava e non trovandola al solito posto gli sarebbe scattata un’inarrestabile crisi di nervi. «Quella tragedia lo ha segnato profondamente», confida la donna, confermando quanto rivelato alla Prealpina dalla madre dei Di Martino, Cira. «Dateci giustizia perché noi non riusciamo a superare questo lutto assurdo».
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