VIA VENEGONI
Muore nel letto per una sigaretta
Incendio: trovata carbonizzata donna di 65 anni
Rosanna martedì sera si è coricata sotto le coperte pensando di aver concluso una giornata come tante altre. «Mi fumo l’ultima e poi dormo», si sarà detta fra sé accendendo una sigaretta, rituale ipnoinducente che i tabagisti conoscono bene.
Rosanna è scivolata nel sonno quasi senza accorgersi. Non si sa né si saprà mai se avesse spento (male) il mozzicone o se ancora la sigaretta ardesse. È certo soltanto che in pochi istanti il fuoco si è scatenato con ferocia, aggredendo tutto ciò che circondava la donna, senza lasciarle scampo. La sessantacinquenne è morta avvolta dalle fiamme.
È accaduto intorno all’una al terzo piano di una palazzina di via Venegoni. Quando i soccorritori sono arrivati della cassanese era rimasto solo un corpo completamente carbonizzato, irriconoscibile. È stata una vicina di casa a chiamare il 112: temeva per la donna, ma anche che il rogo si estendesse al resto degli alloggi popolari. Ma i vigili del fuoco sono stati rapidissimi e, almeno sul fronte della sicurezza, hanno avuto il tempo di arginare l’emergenza e di spegnere anche l’ultimo e più subdolo dei focolai, tanto che i danni maggiori si contano proprio nella camera da letto della vittima.
Il personale del 118 non ha invece avuto margini di intervento, se non nell’accertamento delle condizioni degli altri inquilini. Nessuno ha riportato conseguenze cliniche, fra l’altro con la psicosi coronavirus la maggior parte della gente si è ritirata in fretta, rinunciando allo spettacolo macabro delle operazioni di recupero. I carabinieri hanno eseguito i necessari sopralluoghi per escludere che la tragedia avesse una matrice dolosa.
Ma al buio totale, immersi nella cortina fumogena e con la corrente elettrica staccata, è stato difficile individuare l’origine dell’incendio. Scartata comunque, per evidenze obiettive, l’ipotesi di una responsabilità esterna, i militari - coordinati dal pubblico ministero Massimo De Filippo - hanno in un primo momento sospettato il corto circuito di una termocoperta o il surriscaldamento di un caricabatteria o di una lampada. Ieri, nel tardo pomeriggio, dopo un’accurata ispezione dell’appartamento e un’attività informativa sulle abitudini di Rosanna, hanno maturato la convinzione che a ucciderla sia stata una sigaretta.
Resta da capire se l’asfissiante fuliggine l’abbia soffocata dopo pochissimi minuti o se invece la sessantacinquenne sia stata dilaniata dal fuoco. Forse un’autopsia potrebbe determinarlo, ma non sembrano esserci i presupposti di legge per una perizia post mortem. Gli inquirenti decideranno entro oggi come procedere.
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