IL CASO
Centro islamico, il cantiere resta fermo
Il sindaco conferma il suo no anche dopo la pronuncia del Tar: «Regole da rispettare»
La comunità islamica dovrà mettersi il cuore in pace. In Comune proprio non vedono alcuna possibilità perché i lavori al futuro centro islamico di via Friuli possano riprendere in tempi brevi.
Ad annunciarlo è lo stesso sindaco Giuseppe Pignatiello che si appresta a firmare una nuova ordinanza di conferma del blocco dei lavori, già fermi dal 2014.
Più di uno spiraglio per gli islamici castanesi e in particolare per quelli appartenenti alla comunità pachistana, quanto mai determinati a rimettere mano al cantiere, si era aperto verso la metà agosto. Ad illuderli, si può ora ben dire, era stata una sentenza del Tar che dava loro ragione riguardo ad una legge regionale che limitava la costruzione dei luoghi di culto acattolico, in questo caso le moschee, e che già lo scorso anno era stata dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale.
Struttura su due piani
Tale legge rappresentava il maggiore impedimento alla costruzione di un centro islamico di circa 100mila metri quadrati su due piani, di cui uno seminterrato, quale ampliamento di un edificio acquistato appositamente. Il maggiore, ma non l’unico: «Su tutte le altre riserve, quelle avanzate da parte comunale, il Tar ci ha invece dato ragione», aveva da subito affermato il sindaco Pignatiello che ancora ribadisce il concetto e aggiunge le sue più logiche conseguenze. «Abbiamo chiesto all’associazione Madni (promotrice del progetto e rappresentativa della comunità pachistana castanese, ndr) di informarci sulle loro effettive intenzioni e ad oggi non abbiamo ricevuto risposta. Ad ogni buon conto, procederemo comunque d’ufficio con un nuovo blocco dei lavori, che conferma di fatto quello già in essere finché non verranno risolte le questioni pendenti», informa il sindaco, con particolare riferimento a parcheggi e viabilità.
«Bisogna capire ad esempio quante persone prevedono possano frequentare questa nuova struttura. Vogliono organizzarci dei corsi di lingua urdu e italiana, sì, bene, ma è importante avere almeno una previsione di quante persone potrebbero frequentarli, se ci sono abbastanza parcheggi e via. Passo passo, secondo le regole», continua Pignatiello.
Scontro politico
Nel frattempo sul tema si va rinfocolando lo scontro politico. Il consigliere Roberto Colombo di Forza Italia e Fratelli d’Italia ha presentato un’interpellanza che non è stata inserita all’ordine del giorno dell’ultimo consiglio comunale: «Con scuse puerili ha evitato di inserirla perché non ne vuole parlare. Argomento scomodo», afferma l’opposizione.
Quanto al sindaco, questa la sua “versione”: «Ce l’hanno presentata fuori tempo massimo, dopo che abbiamo chiesto loro di non utilizzare una carta intestata con i simboli dei due partiti che figurano ancora nell’altro gruppo di minoranza, il Patto del Cambiamento, da cui Colombo è fuoriuscito per accomodarsi nel gruppo misto. Se non hanno ancora formalizzato la scissione sono problemi loro. Da parte nostra non abbiamo alcuna riserva a parlare del centro islamico. Tanto più che Colombo avrebbe potuto fare richiesta durante il consiglio e io, avendo facoltà di scelta, gli avrei risposto comunque. Invece non si è neanche presentato: motivi personali. Tant’è».
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