LA DECISIONE
Resta in carcere il trafficante d’armi
Ieri l’interrogatorio: niente domiciliari a Pasquale Fuscà
Resta in carcere Pasquale Fuscà, il cinquantenne di Cardano al Campo arrestato venerdì sera, 5 giugno, per la detenzione di una Beretta con matricola abrasa e cinquanta proiettili. nella mattinata di ieri, lunedì 8 giugno, difeso dall’avvocato Ermanno Talamone, è stato interrogato dal gip Tiziana Landoni e ha parlato per poco meno di un’ora. Chiare - a parere del legale - le dichiarazioni rese al giudice, l’indagato ha spiegato il motivo per cui girasse armato ma il fatto è comunque degno di approfondimenti investigativi che la polizia di Legnano e il pubblico ministero Flavia Salvatore devono ancora esperire.
Quindi per ora niente domiciliari. Anche perché nel frattempo gli investigatori hanno sequestrato 2500 euro a Saverio Vitrani, ossia il quarantasettenne che si trovava con Fuscà in via per Lonate alle 22 di venerdì. Lo ritengono l’acquirente della P4 storm e dei cinquanta proiettili calibro 9 x 21, anche se la compravendita alla fine è stata sventata dall’autocivetta dell’anticrimine di Legnano che si è mossa sulla base di una fonte confidenziale. Di qualcuno insomma che sapeva che nella stradina sterrata al confine con Turbigo sarebbe avvenuta una trattativa e che per motivi non meglio precisati (vendetta, rancore, rivalità oppure solo la necessità di ottenere un bonus collaborazione) ha deciso di rivelarlo alla polizia.
Pasquale Fuscà era già noto per il tentato omicidio di un campano legato al clan Gionata: l’agguato risale al 21 luglio del 2011. Dopo un tortuoso iter processuale, passato anche per un iniziale respingimento del patteggiamento, l’anno successivo l’avvocato Ermanno Talamone riuscì a ottenere l’applicazione della pena concordata con il pubblico ministero Mirko Monti di quattro anni e sei mesi.
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