AFFARE SFUMATO
Una pistola, 2.500 euro
Armi clandestine vendute nei boschi: trattativa interrotta dalla polizia
Non era da solo Pasquale Fuscà, il calabrese di Cardano al Campo che venerdì sera, 5 giugno, è stato sorpreso dagli agenti del commissariato di Legnano in una strada sterrata di Castano Primo con una pistola di provenienza clandestina. L’uomo non è stato fermato per caso: gli agenti avevano ricevuto una soffiata: qualcuno accusava il calabrese, 50 anni e diversi guai con la giustizia, di vendere armi.
Gli agenti si sono quindi presentati in incognito all’appuntamento, e verso le 22 hanno visto il 50enne parlare con un uomo che si era avvicinato all’auto parcheggiata in un tratto sterrato di via per Lonate Pozzolo. Il tempo di scattare qualche fotografia per documentare l’incontro, poi visto il buio pesto gli agenti hanno deciso di intervenire subito: identificati i due uomini, i poliziotti hanno chiesto a Fuscà di aprire il baule della macchina, dove hanno trovato una pistola Beretta P4 Storm a cui era stata cancellata la matricola, ma completa della sua brava valigetta e di 50 proiettili 9x21.
L’altra persona sorpresa accanto all’auto dove si trovava la pistola era un italiano di 47 anni. Il personaggio, già noto alle forze dell’ordine per reati contro la persona, aveva in tasca 2.500 euro in contanti, e l’ipotesi degli inquirenti è quella che i soldi dovessero essere usati per pagare la Beretta, concludendo così lo scambio interrotto dall’arrivo degli investigatori. I soldi sono quindi stati sequestrati, così come l’arma, la custodia in cui era contenuta e le munizioni.
A questo punto sarà la magistratura a valutare le accuse di detenzione di arma e munizioni clandestine mosse dalla Procura di Busto Arsizio nei confronti di Pasquale Fuscà e la posizione del quarantasettenne che si era dato appuntamento con lui nei boschi di Castano Primo, un luogo in cui la delinquenza è di casa.
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