IL CASO
Va in cella col figlio di due anni
Straniera già condannata trovata dai vigili mentre chiedeva l’elemosina
Stava chiedendo l’elemosina davanti ai negozi del centro, quando il suo atteggiamento ha cominciato a farsi un po’ troppo invadente e qualcuno ha telefonato al comando di polizia locale per chiedere l’intervento di una pattuglia. Il risultato è che la donna, una straniera, è stata arrestata. E siccome il suo compagno era già stato arrestato qualche tempo fa e non ha altri parenti in Italia, il bambino di due anni che aveva con sé è finito in cella con lei.
È successo lunedì mattina, il 30 settembre: la donna, una cittadina rumena di 36 anni, era in centro insieme a suo figlio, che non ha ancora compiuto tre anni. Piazzata davanti ai negozi cercava di rimediare qualche monetina, ma visto che non erano in tanti ad allungarle qualcosa a tratti la donna diventava insistente. Alla fine qualcuno ne ha avuto abbastanza e ha richiesto l’intervento di una pattuglia della polizia locale. Gli agenti sono arrivati in pochi minuti, appena li ha visti la donna ha cercato di allontanarsi. Non senza qualche difficoltà la pattuglia è riuscita a fermarla e a identificarla, a quel punto ecco la sorpresa: a carico della rumena c’era un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Como. I reati per i quali era stata condannata riguardavano tutti la pubblica sicurezza: piccoli furti, accattonaggio, qualche piccola resistenza. A quel punto gli agenti non hanno potuto fare altro che portare la donna al comando e procedere con l’arresto.
Ma che fare con il bimbo? La legge prevede che in caso di carcerazione di un genitore sia affidato all’altro, oppure al parente più prossimo. Ma anche il marito della donna è in prigione, e di parenti neanche l’ombra. Così il piccolo è stato portato con la mamma nel carcere milanese di San Vittore, dove esiste una sezione appositamente attrezzata per ospitare detenute con figli piccoli.
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