IN POSTA
Derubò due anziani: 4 anni
Impiegata in servizio nel 2019 all’ufficio di Castellanza condannata per peculato

Si appropriò di un buono fruttifero postale approfittando dell’ingenuità di due anziani che si recarono al suo sportello per reinvestire i dieci titoli di credito emessi a luglio del 1998 per un totale di 1 milione di lire. L’ex impiegata dell’ufficio di via Bernocchi è stata condannata dal collegio presieduto dal giudice Nicoletta Guerrero a quattro anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
I coniugi - lei ottantaquattrenne e lui due anni in meno - si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Alice Caviglioli e hanno ottenuto un risarcimento di 1.720 euro.
LA STORIA
L’episodio risale al 19 settembre 2019. I pensionati quel mattino erano certi di aver consegnato dieci buoni, ma la dipendente insistette dicendo che fossero nove. Qualche giorno più tardi decisero di tornare all’ufficio per chiedere chiarimenti al direttore che confermò che quello del corrente valore di 1.300 euro era stato riscosso in contanti, con quietanza di pagamento firmata dalla moglie. Nessun dubbio sul raggiro in cui erano caduti, dunque sporsero denuncia.
LE INDAGINI
Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Nadia Calcaterra, appurarono che la dipendente si impossessò dell’equivalente di un milone di lire contabilizzando nel sistema l’avvenuto incasso e liquidando il controvalore senza però consegnarlo ai clienti, ai quali fece firmare alcune carte non meglio precisate. Quel denaro venne poi versato sul conto postale di suo figlio, da cui poi partirono tre bonifici. A nulla sono valse le dichiarazioni dello stesso figlio, citato come testimone, anzi, a parere del collegio le sue spiegazioni «Sono inverosimili, imprecise e non supportate da alcun elemento di riscontro».
L’impiegata «agì con coscienza e volontà. Dato anche l’immediato reimpiego delle somme per scopi personali» si legge nelle motivazioni della sentenza. Gli avvocati Antonino Santangelo e Diego Soddu hanno chiesto le attenuanti, ma il tribunale non le ha concesse poiché «né il danno né il fatto possono ritenersi di di particolare tenuità, considerati l’importo sottratto, le condizioni delle persone offese, anziani e pensionati, e l’impiego di artifizi».
La dipendente, in via precauzionale e in attesa della conclusione delle indagini, era stata già trasferita dall’azienda in un altro ufficio postale. La direzione delle Poste del resto fornì ampia collaborazione ai carabinieri e fin da subito l’azienda è risultata estranea alla faccenda.
Non è da escludere comunque che gli avvocati faranno ricorso in appello.
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