IL CASO
Sulla strada dopo lo sfratto
«Ho dovuto scegliere: o pagavo l’affitto o mangiavo. Ma adesso fa un freddo cane»
Da una settimana non ha più un tetto sopra la testa.
«Sono come un randagio. Rischio di morire assiderato con queste temperature», dice Roberto Pregnolato, 55 anni, sfrattato da una casa comunale in piazza Castegnate, a Castellanza.
Trascorso il tempo per lo sfratto esecutivo, l’uomo si è ritrovato l’ufficiale giudiziario alla porta e ha dovuto lasciare tutte le sue cose per andarsene.
«Ho preso giusto qualche effetto personale e mi sono ritrovato per strada – confessa – fa un freddo cane, così ho trovato il modo di dormire in cantina entrando di nascosto per poi allontanarmi al mattino».
Il castellanzese, indigente per problemi personali e perché non trova un lavoro stabile, in questi giorni ha ricevuto la solidarietà di qualche amico.
«Una sera tardi l’ho visto che camminava sotto al nevischio e mi sono fermato per chiedergli che cosa ci facesse in giro al freddo – racconta un castellanzese – mi ha detto che era stato sfrattato e allora l’ho portato a casa mia».
Ha fatto altrettanto un altro amico, che Roberto incontra abitualmente nel bar dei cinesi in via Vittorio Veneto.
È qui che si è trasferito.
«Almeno posso andare in bagno e mi danno qualcosa da mangiare – dice – non posso che ringraziarli, perché non saprei cos’altro fare».
Ma com’è possibile che quest’uomo si sia ridotto così?
«Purtroppo non ho un lavoro stabile – spiega – ho fatto l’imbianchino e il giardiniere per conto di una cooperativa che collaborava col Comune, ma adesso ha chiuso e comunque mi faceva lavorare solo due mesi all’anno. Per il resto mi arrangiavo con qualche lavoro in nero. Ammetto di avere sbagliato a non versare nemmeno venti euro al mese di affitto, però quando hai pochi soldi in tasca fai una scelta: o mangi o paghi l’affitto».
Quello che chiede Roberto all’amministrazione comunale è di essere aiutato a trovare un lavoro «ma purtroppo non c’è verso. Sono disperato: neppure il ricovero per i senzatetto di Busto mi ha fatto entrare».
L’assessore ai Servizi sociali Cristina Borroni, pur non volendo entrare nei dettagli della vicenda, rende noto che «prima di arrivare allo sfratto abbiamo tentato ogni strada e adesso gli abbiamo dato precise indicazioni. Per legge, comunque, dopo uno sfratto per morosità da una casa comunale, non si può ottenerne un’altra, uscendo dalle graduatorie».
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