IL CASO È CHIUSO
Castellanza: «Nessuna protesta contro il Facchinetti»
La dirigenza scolastica: «E alcuni problemi sono in via di risoluzione». La conferma, con precisazioni, dalla famiglia della studentessa che aveva fatto un commento

«Alcuni dei problemi evidenziati dagli studenti, riguardanti la struttura che ci ospita sono in via di risoluzione, mentre per altri l’ente Provincia di Varese si sta attivando con stanziamento di fondi e sono in corso le procedure di affidamento degli incarichi alle aziende del settore». Lo precisa la dirigenza scolastica dell’Istituto Facchinetti in merito alle lamentele degli studenti, che in realtà venerdì scorso, 24 novembre, non avevano organizzato il presidio per protestare ma per manifestare contro la violenza sulle donne, ricordando l’ultima vittima dei femminicidi Giulia Cecchettin.
«Per altri problemi di nostra pertinenza ci attiviamo regolarmente, come ben sanno studenti e famiglie, le quali ce ne chiedono conto e a cui mai abbiamo negato ascolto e risposte - rimarca la dirigenza -. L’edificio, che a breve raggiungerà il traguardo del settantesimo anno dall’inaugurazione, presenta più o meno gli stessi problemi di edilizia che riguardano la stragrande maggioranza degli edifici scolastici. Purtroppo, tanti dei problemi evidenziati (vedi bagni in pessimo stato Ndr) sono causati proprio da studenti vandali, chiaramente non tutti, che si divertono a creare disservizi; infatti, nell’impianto degli stessi, vengono rinvenuti telefoni cellulari, lattine di bibite, cinture, perfino calze, eccetera, che creano intasamento. E poi si chiede conto di ciò alla scuola, invece di sensibilizzare gli altri studenti, come noi facciamo da sempre, verso un comportano serio, civile e responsabile, per il rispetto della cosa comune».
Precisando inoltre che la stragrande maggioranza degli studenti eletti nel consiglio d’istituto, «evidenziando comportamento serio e responsabile, non ha partecipato a questa forma di agitazione», la scuola sottolinea che l’accaduto coincideva con l’open day, «nel giorno in cui riceviamo studenti e famiglie, forti del continuo consenso e interesse che il nostro istituto, con le sue specializzazioni, riscuote nel territorio dell’Alto Milanese, con immutato impegno e senso di responsabilità».
«NON ERA CONTRO LA SCUOLA»
A ribadire che non si trattava di uno sciopero contro la scuola ma di una manifestazione contro la violenza sulle donne è la famiglia della ragazza che si era espressa proprio su quest’ultimo argomento: «Il minuto di silenzio non è stata una scelta dell’istituto Facchinetti: nostra figlia voleva solo dire che è necessario, in tutte le scuole, anche parlare dei femminicidi, senza muovere nessuna critica all’istituto». La pubblicazione del nome della ragazza, anche se minorenne, è stato un errore del quale ci scusiamo con la famiglia.
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