CSP
«Per noi non c’erano mai soldi»
Protesta degli inquilini delle case popolari dopo l’arresto del direttore dell’ente gestore
Il terremoto giudiziario che ha colpito la Castellanza Servizi Patrimonio e, di riflesso, il Comune, non poteva che far scaturire stupore ma anche polemiche.
Queste ultime si levano non solo nel mondo politico cittadino (nel quale oltretutto non mancano mai), ma anche fra gli inquilini delle case comunali (quelli onesti, che pagano puntualmente l’affitto), indignati dallo scandalo che ha colpito proprio la municipalizzata che non fa manutenzioni sugli stabili in cui loro vivono.
OGGI L’INTERROGATORIO
Paolo Ramolini, il procuratore di Castellanza Servizi Patrimonio agli arresti domiciliari, che dovrà rispondere dei reati di peculato e truffa aggravata ai danni di ente pubblico, sarà interrogato oggi dal gip del Tribunale bustese Piera Bossi. Intanto però si scatena il terremoto politico. D’altronde, proprio quando le minoranze del Consiglio comunale stavano discutendo fra loro per chiedere un incontro con i vertici di giunta per discutere della spinosa vicenda, il sindaco Mirella Cerini ha convocato la commissione capigruppo. L’incontro, rigorosamente riservato e svolto a porte chiuse, si è tenuto ieri sera a Palazzo Brambilla.
INQUILINI INDIGNATI
La notizia che Ramolini si sarebbe fatto realizzare lavori nella casa della figlia con costi a carico della municipalizzata (si parla di oltre 13mila euro) ha suscitato indignazione fra gli inquilini delle case comunali gestite da Csp: «Chiediamo da anni le manutenzioni – lamentano - senza mai riuscire a ottenere un intervento perché non ci sono soldi».
A farsi portavoce dello sconcerto delle famiglie che vivono negli alloggi gestiti da Csp è Alberto Mumini: «Come non restare senza parole di fronte a questi fatti, ricordando tutte le volte che ci dicevano che non c’erano fondi?». esclama. «A noi non interessa entrare nel merito della vicenda, spetta agli organi competenti fare chiarezza, ma vogliamo gridare forte e chiaro che siamo indignati».
ABITAZIONI A PEZZI
Il caso del fabbricato popolare dove vive il castellanzese, in piazza Soldini, è emblematico delle scarse – se non inesistenti – manutenzioni in tutto il patrimonio immobiliare gestito dalla municipalizzata: «Ogni volta che abbiamo protestato per il degrado, per gli intonaci che cadono a pezzi, per le cassette della posta in pessimo stato, non siamo mai stati ascoltati», sbotta ancora.
«Nemmeno quando in un terrazzo si accumulava acqua: sono venuti due operai ma non hanno risolto nulla. Chiunque avrebbe saputo fare di meglio». Gli inquilini reclamano più attenzione per le condizioni degli immobili, «che in certi punti cadono a pezzi. È anche una questione di sicurezza. Non si può continuamente rimandare perché non ci sono soldi e poi apprendere di questi scandali».
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