PERSI LAVORO E CASA
Castellanza, «Vivo come un barbone»
Roberto Pregnolato da due anni tra fatiche e solidarietà

«Mi sono ritrovato a fare il barbone a 56 anni». Roberto Pregnolato, che oggi di anni ne ha 58, è un vero personaggio a Castellanza. Conosciuto per essere un senzatetto anche nella vicina Legnano e a Busto Arsizio, da quando ha perso il lavoro e la casa vive per strada, nei boschi e da amici: «Per fortuna sono circondato da tanta generosità - afferma - Anzi, ringrazio tutti coloro che ogni giorno mi danno una mano. Ma fino a quando potrò continuare?».
Lo sfratto
Roberto vive all’addiaccio da quando, due anni e mezzo fa, ha perso la casa comunale in piazza Castegnate: non riusciva più a pagare l’affitto perché disoccupato. «Lavoravo per la cooperativa Arcadia di Rescaldina - racconta - ma poi ha chiuso e mi sono ritrovato senza un posto fisso, che mi permettesse di pagare le spese. Non ho famiglia: potendo contare solo sulle mie forze, ho accumulato molti canoni arretrati e il Comune mi ha sfrattato. Mi sono ritrovato in strada da un giorno all’altro».
All’epoca i Servizi sociali avevano dichiarato a Prealpina che avevano tentato ogni soluzione perché non accadesse, come si fa sempre, tuttavia Pregnolato insiste: «So solo che non mi hanno dato un alloggio alternativo. Mi hanno detto che avrei dovuto mettermi in graduatoria e basta».
Reddito di cittadinanza
Da allora Pregnolato ha vissuto di carità e col reddito di cittadinanza. «Prendo 500 euro al mese, ma non in contanti», spiega: «Mi danno 100 euro il primo giorno del mese e il resto li posso spendere per beni di prima necessità con una tessera prepagata. Posso anche pagarmi l’albergo: questo inverno faceva così freddo che mi sono pagato due notti. Così almeno mi sono potuto lavare e stare al caldo». Precisa quindi: «Col reddito di cittadinanza posso sostentarmi, questo sì, ma non pagarmi l’affitto. Per questo mi ritrovo ancora per la strada».
L’ospitalità
In questi anni Roberto è stato spesso ospite di amici. «Al momento vivo in garage», precisa: «Sto da un mio amico che mi ospita in settimana, ma nel weekend arriva la sua fidanzata e non posso certo stare con loro».
Per il resto il castellanzese passa il tempo fra i parchi, almeno nella bella stagione, e le strade di Busto Arsizio e Legnano, dove si è fatto molti amici: qualcuno, a volte, gli fa fare una doccia e gli offre il pranzo. Le giornate trascorrono girovagando da una città all’altra, in attesa di qualche lavoretto come operaio, riparatore o imbianchino. «C’è stato un periodo, in inverno, in cui dormivo nei boschi, su un materassino», ricorda con gli occhi umidi: «Faceva freddo e avevo paura. Un’esperienza da non augurare a nessuno». L’appello al Comune è di trovargli un’altra sistemazione: un alloggio alternativo, anche un monolocale, «dove possa sentirmi al sicuro e non più un barbone. È una questione di dignità personale».
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