IL CASO
Castelletto Ticino, 23mila firme per salvare Tina
Appello contro l’abbattimento dell’esemplare, incrocio fra cinghiale e maiale vietnamita

In meno di due giorni sono state raccolte oltre 23mila firme per chiedere di salvare la vita a Tina. Sul web è stata lanciata una petizione che invita il direttore generale dell’Asl Novara Angelo Penna a fermare l’abbattimento di questo animale ibrido nato da madre maialino vietnamita e papà cinghiale. È stato adottato da una famiglia di Castelletto Sopra Ticino lo scorso agosto quando aveva pochi giorni di vita: abbandonato dai genitori, rischiava di morire di fame. «E biberon di latte dopo biberon è cresciuta - raccontano al rifugio Miletta di Agrate Conturbia - insieme ai cani di queste persone. Ma il destino nefasto di Tina non s’è fatto attendere. Dopo una prima ispezione tutto sembrava destinato a risolversi positivamente, ma a fine gennaio, riscontrata la mancanza di una doppia recinzione per altro non richiesta nel precedente controllo, è stato imposto l’abbattimento».
Proprio il rifugio Miletta ha incaricato l’avvocato Angelita Caruocciolo di presentare un ricorso con richiesta urgente di sospensiva al Tar. Commenta la presidente Alessandra Motta: «Siamo sconcertati per la mancanza di senso in tutta questa vicenda. Tina, che oggi pesa circa trenta chili, è cresciuta per essere amata e non consumata. È sana, come risulta dagli accertamenti, ed è detenuto in condizioni di biosicurezza». Nella petizione viene evidenziato che il ministero della Sanità ha escluso dalle uccisioni per prevenire la proliferazione della peste suina africana «i suini che vivono con i privati per finalità diverse dall’uso zootecnico e dalla produzione di alimenti». Anche la Lav (Lega anti vivisezione) è scesa in campo a favore di Tina.
Dall’Asl Novara il direttore del dipartimento di prevenzione Franco Tinelli fa sapere che «insieme al servizio legale stiamo effettuando le valutazioni del caso sul ricorso che è stato presentato al servizio veterinario. Al tempo stesso, non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione dal Tar». E dall’azienda sanitaria viene inoltre sottolineato che il provvedimento adottato riguarda un esemplare di cento chili.
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