BARAGGIA
Discarica, ultimo atto
Il Comune valuta la richiesta danni

Accantonare o non accantonare? Per il momento la giunta di Nuccia Berra ha deciso che non è il caso di bloccare 2,4 milioni di euro per una causa ancora tutta da valutare. Il Comune di Cerro Maggiore si prepara all’ennesimo scontro con Ecoceresc Srl, l’azienda già titolare della convenzione per il conferimento di terre e rocce di scavo nel terzo lotto della discarica della Baraggia.
Nei giorni scorsi per le amministrazioni di Cerro e Rescaldina è arrivata l’ennesima doccia fredda: Ecoceresc ha fatto causa ai due enti pubblici chiedendo un risarcimento da 2,4 milioni di euro. Si tratta di una cifra che comprende le perdite subite dalla ditta nei sette anni di convenzione, tra il 2011 e 2018, periodo in cui è stato conferito solo il 3% dei materiali consentiti (82mila metri cubi) nella discarica che occupa un’area di circa 50mila metri quadrati. Nel lotto rimasto aperto il buco è profondo 22 metri, per colmarlo servirebbero e circa 2,2 milioni di metri cubi di materiale.
Il problema è che Ecoceresc ora imputa ai Comuni il fatto di non essere riuscita a conferire terra e ghiaia. Nei 2,4 milioni è compresa anche una quota di circa 100mila euro di interessi calcolati sulla mancata escussione di una fideiussione, oggetto di un’altra causa vinta da Ecoceresc pochi mesi fa. Il Comune al momento si è solo attivato con il suo legale. «Un accantonamento in bilancio verrà tenuto in considerazione se nel corso del procedimento il nostro avvocato segnalerà con ragionevole certezza che l’ente potrebbe risultare soccombente – spiega l’assessore al Bilancio, Matteo Bocca –. Allo stato, la causa non evidenzia elementi giuridici in tal senso».
Insomma non sembra esserci grande preoccupazione per una vertenza legale che appare quantomeno insolita e che s’inserisce nel complicato contesto delle battaglie già in corso tra gli enti pubblici e la società privata. Quest’ultima, come è noto, 2 anni fa, alla scadenza della convenzione per il conferimento di terre e rocce di scavo aveva chiesto di poter conferire al sito anche rifiuti speciali non pericolosi, come ad esempio fanghi industriali. La procedura di Valutazione di impatto ambientale era però stata bocciata da Città metropolitana, con una decisione sulla quale al momento pende un ricorso del privato al Tribunale amministrativo regionale.
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