L’ALCHIMIA
Chiara lascia una casa speciale
Oggi a Busto Arsizio i funerali della bimba di tre mesi spentasi per una malattia rara. In suo nome parte un progetto solidale

La piccola Chiara è volata in cielo dopo aver combattuto come un leonessa. Neanche tre mesi di vita ma un coraggio sfrontato per cercare di sconfiggere una malattia genetica a cui neppure i medici dell’ospedale Del Ponte (che si sono confrontati con altri colleghi italiani, tedeschi e statunitensi durante la strenua battaglia) sono ancora riusciti a dare un nome.
E in queste ore, in cui dolore e smarrimento non danno tregua (e ai parenti più stretti non la daranno mai), papà Marco Cirigliano e mamma Stefania vogliono però che l’esempio della figlia non resti solo loro.
«Il coraggio di Chiara - dice il padre, noto in ambito politico, sociale e teatrale - è un patrimonio di tutti, un insegnamento su come si affronta la vita, un messaggio dirompente che merita di essere conosciuto».
Allora oggi, martedì 25 ottobre, alle ore 15.30, se la chiesa di San Michele sarà sicuramente strapiena per l’ultimo saluta terreno a questa bimba, «per noi che abbiamo vissuto questi tre mesi tanto strazianti quanto straordinari, sarà la testimonianza provata che la nostra Chiara ha lasciato un segno profondo».
Tant’è che familiari e amici hanno già deciso che in suo nome partirà un progetto speciale per aiutare altri bambini.
«Si chiamerà la “Casa di Chiara” - spiega il papà - e la casa in questione non sarà un’abitazione, bensì un’incubatrice che vogliamo acquistare e che dovrà essere utile a neonati speciali che devono combattere e hanno bisogno di un sostegno quando il respiro si fa difficile e le infezioni rischiano di aggredirli. Ci sembra un modo giusto per ricordarla, un momento indelebile della nostra storia da condividere con le altre persone che ci sono state vicine in questi momenti e che possono davvero imparare dalla nostra piccolina che bisogna vivere, vivere e ancora vivere».
Per questo già in queste ore così strazianti e indescrivibili sarà creato un sito internet con le foto (come quella qui accanto, con il fratellino Andrea) e i video di Chiara che faccia da testimonianza e scateni la solidarietà.
Un segno lasciato in un percorso breve ma intenso, dove la gioia per la nascita il 5 agosto e il ritorno a casa nella più apparente normalità, si è trasformato coi primi dubbi, gli esami, il ricovero il 27 dello stesso mese. E poi quei due mesi a lottare dentro quell’incubatrice che le ha fatto da casa e che diventa il simbolo di una tragedia ma ora anche di una speranza.
«Era piccola, ma è stata un grande esempio».
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