SANITÀ
Chirurgia della mano: «Io non me ne vado»
Ospedale di Varese, si era parlato di cinque ortopedici in fuga. Ora la lettera accorata del dottor Federico Tamborini

Tutti meno uno: o almeno questo pare di capire nell’intricata vicenda delle dimissioni di massa presentate in un reparto molto speciale e stimato dell’ospedale di Circolo. Le indiscrezioni di martedì settembre hanno fatto scalpore: si parlava della prossima fuoriuscita di tutti e cinque gli ortopedici che compongono la Struttura semplice dipartimentale di Chirurgia ricostruttiva della mano dell’Asst Sette Laghi, per un disagio professionale non precisato nei dettagli.
Ora uno di loro, il dottor Federico Tamborini, esce allo scoperto e dichiara nero su bianco di non avere alcuna intenzione di andarsene. Anzi. È lui stesso a spiegare la situazione in una lettera accorata inviata al nostro giornale: «Il sottoscritto non ha presentato alcuna dimissione né intende presentarle; è mia volontà proseguire con l’attività di chirurgia della mano, oltre che di chirurgia plastica e ricostruttiva, presso l’Asst Sette Laghi - si legge -. Sono stato reperibile lo scorso weekend dove abbiamo salvato 4 arti con gravi ferite causate dai morsi di due pitbull ad una ragazza e reimpiantato 4 dita amputate in un incidente lavorativo. Sarò reperibile il prossimo weekend e mi auguro altri; credo si possa rifondare una struttura di Chirurgia della mano facendo crescere ed insegnando ai nostri giovani specializzandi che mostrano già ampia autonomia e buona volontà».
Parole molto appassionate da parte del medico, che racconta anche della sua carriera: «Il sottoscritto, specialista in Chirurgia plastica e ricostruttiva, unico nella Asst Sette Laghi con riconoscimento europeo in Chirurgia della mano, ha collaborato da oltre 10 anni alla costituzione di un gruppo interdisciplinare di Chirurgia della mano prima e della Ssd di Microchirurgia della mano poi con il professor Mario Cherubino». Un legame ormai consolidato: «Da oltre 10 anni, presto servizio, oltre che alla Sc di Chirurgia plastica e ricostruttiva alla Ssd di Chirurgia della Mano - prosegue la lettera - dividendo con i colleghi che si sono succeduti nel tempo reperibilità, sale operatorie ed attività ambulatoriale. Ho una casistica di oltre 300 interventi chirurgici della mano all’anno tra traumi complessi, interventi ricostruttivi microchirurgici ed elettivi; oltre 1.000 prestazioni ambulatoriali all’anno. Da Varesino, da oltre 10 anni, al rientro dalle mie esperienze professionali all’estero e in Italia tra Firenze e Milano, non ho mai abbandonato la disciplina della Chirurgia della mano, nonostante le alterne vicende e le ripetute dimissioni».
Non arrivano dichiarazioni ufficiali da parte degli altri colleghi coinvolti. Dal canto suo, l’Asst Sette Laghi aveva subito sottolineato di essere al lavoro per risolvere la situazione senza creare problemi ai pazienti. Di sicuro il clamore anche mediatico può alimentare reazioni e nuovi tentativi di mediazione per far rientrare l’equipe.
La notizia fa discutere, animando un dibattito stranamente “positivo” anche sui social. Decine i commenti di stima e riconoscenza nei confronti degli ortopedici del Circolo, giovani e dinamici: «Nooo, io devo moltissimo a tutti i componenti del team, con la loro professionalità mi hanno dato la possibilità di continuare a lavorare», si legge in Rete. E ancora: «Dieci giorni fa l’equipe ha fatto un intervento chirurgico a una donna a cui non era stata data speranza di salvare tutte le dita della mano e invece è andato tutto bene».
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