PECHINO
Cina: non promettiamo di rinuncia all'uso della forza su Taiwan
(ANSA) - PECHINO, 17 NOV - La Cina è disposta "a fare ogni
sforzo per raggiungere la riunificazione pacifica" di entrambe
le sponde dello Stretto di Taiwan, ma "non prometteremo mai di
rinunciare all'uso della forza, né lasceremo spazio ad alcuna
forma di attività separatista per l'indipendenza di Taiwan". Lo
si legge in un post dell'Ambasciata cinese in Giappone su X, in
cui è ribadito il monito a Tokyo contro un suo possibile
intervento a difesa dell'isola, come ventilato il 7 novembre
dalla premier Sanae Takaichi in caso di aggressione di Pechino
ai danni di Taipei. Il Giappone "incontrerebbe di sicuro una
ferma risposta da parte della Cina".
La nota dell'ambasciata cinese a Tokyo ha anche ribadito che
Pechino non farà "alcun compromesso o concessione a interferenze
esterne", riservandosi "riserviamo la possibilità di adottare
tutte le misure necessarie" perché Taiwan "appartiene alla Cina"
e come risolvere il dossier di Taiwan e realizzare la
riunificazione nazionale "è una questione che spetta al popolo
cinese decidere". Pertanto, "se il Giappone osasse interferire
nella causa della riunificazione cinese, o osasse tentare un
intervento armato nella situazione tra le due sponde dello
Stretto con il pretesto di una 'situazione che minaccia la
sopravvivenza', allora si tratterebbe di un atto di aggressione
e incontrerebbe sicuramente una ferma risposta da parte della
Cina", si legge ancora nel post. "Eserciteremo con fermezza il
nostro diritto all'autodifesa ai sensi della Carta dell'Onu e
del diritto internazionale e difenderemo la sovranità e
l'integrità territoriale della Cina", è il monito al Sol
Levante, in forma ancora più esplicita rispetto ai giorni
scorsi. La premier nipponica Takaichi, durante una sessione
parlamentare, ha detto che "l'uso della forza su Taiwan" da
parte della Cina potrebbe costituire una "situazione di minaccia
alla sopravvivenza" del Giappone e quindi causare un intervento
di Tokyo in forza della "autodifesa collettiva". Giudizi che
hanno dato il via a dura reazione cinese che considera Taiwan
parte "sacra" e "inalienabile" del suo territorio da riunire
anche con la forza, se necessario. Tra i due Paesi è nata la
peggiore crisi diplomatica da oltre un decennio con
un'escalation alimentata, dalla prospettiva mandarina, dal
rifiuto della premier di ritrattare i suoi commenti. (ANSA).
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