STORIA
Clivio, un cannone sulla Linea Cadorna
Sarà posizionato in una delle sei postazioni del tunnel nei pressi della vetta del Monte Orsa

Un secondo cannone è andato a impreziosire il tratto di Linea Cadorna tra Viggiù, Saltrio e Clivio, ovvero uno dei meglio conservati e con uno dei panorami migliori delle Prealpi.
Innocuo e demilitarizzato, il cannone sarà un testimone di quello che poteva essere e, invece, non è stato. Già, perché la Linea Cadorna non “partecipò” alla Prima guerra mondiale, perché la Germania non tentò mai di invadere l’Italia passando dalla Svizzera. E così, oggi, quel complesso composto da strade, trincee e fortificazioni, realizzato a partire dal 1916, è giunto fino a noi quasi intatto ed è meta di un turismo storico e paesaggistico. Per rendere ancora più appetibile la visita a questi luoghi, nei giorni scorsi il gruppo Alpini Viggiù-Clivio guidato da Germano Maltauro, l’associazione Ivantus del presidente Nicolas Tozzo e i volontari capitanati da Sandro Amisano hanno completato il progetto di portare un altro pezzo bellico nella cannoniera alta della Valceresio. L’armamento è stato posizionato in una delle sei postazioni del tunnel lungo che, nei pressi della vetta del Monte Orsa, permette di raggiungere a piedi (muniti di torcia) il “gemello” Monte Pravello passando, appunto, per i resti della Linea Cadorna.
«Il cannone - racconta Matteo Amisano, vicesindaco di Clivio - amplierà il museo a cielo aperto di queste montagne dove, per esempio, gli Alpini accompagnano le scolaresche per raccontare le vicende storiche del territorio».
«L’inaugurazione - conclude il vicesindaco di Clivio - avverrà tra fine aprile e inizio maggio e, per la buona riuscita del progetto vorrei ringraziare il consigliere regionale Francesca Brianza che, quando era in carica, ha promosso il bando a favore delle associazioni combattentistiche, che ha contribuito a realizzare questa iniziativa».
Sul Monte Orsa si trova già da qualche anno un cannone 149/12 della Prima guerra mondiale, costruito nel 1914 dalla Skoda e nato come obice del Regio esercito Austro-Ungarico. Dopo la resa dell'Austria-Ungheria, diversi di questi obici passarono al Regno d'Italia e durante la Seconda guerra mondiale questo subì molte modifiche fino a diventare un vero e proprio cannone, operando in Africa settentrionale e nella Guerra civile spagnola, mentre ora “riposerà” in Valceresio e, accanto, da qualche giorno ha pure un fratellino.
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