LA CRISI
Cobra, allarme lavoro
Cura dimagrante per la ditta d'antifurti: venti dipendenti su novanta a rischio licenziamento
Per venti di loro, in azienda non c’è più posto. Sono i dipendenti della Cobra Italia Spa, marchio conosciutissimo nel settore della vigilanza privata, che a Varese ha la sede produttiva e a Busto Arsizio gestisce una centrale operativa sempre in azione e una serie di servizi aggiuntivi.
Alcuni di questi ultimi, però, verranno tagliati nelle prossime settimane per la loro antieconomicità, soprattutto per la recessione del settore auto a cui l’impegno della Cobra si lega a filo doppio. Così, fra i novanta lavoratori che ruotano all’interno dell’edificio posto sul Sempione – a pochi passi da quella Mizar che è un’altra immagine triste della crisi imperante – c’è una quota di personale avviata verso il licenziamento. Si tratta di chi finora si è occupato di assicurazioni, qualità, vendita, magazzino e recupero crediti, tutte mansioni che verranno in parte appaltate all’esterno e che sono talmente specifiche in un’azienda dalle proposte variegate, da non rendere possibile lo spostamento interno di chi se ne occupava.
Per questo negli ultimi giorni il clima si è surriscaldato e lunedì 29 ottobre i sindacati hanno organizzato un’assemblea con relativo presidio fuori dei cancelli, sulla trafficata Statale che porta a Gallarate, proprio per rendere la più visibile possibile la criticità.
«Il fatto che all’iniziativa abbia aderito più della metà del personale operante nella sede bustese, ci rende fiduciosi per riuscire a sbloccare una trattativa ferma», afferma Alberto Varallo, sindacalista della Fisascat Cisl, a capo della protesta assieme ai colleghi di Cgil Filcams e Sinalv Cisal, oltre che ovviamente alle Rsu interne.
Lo stato di agitazione è stato aperto una settimana fa, anche perché da quasi un mese e mezzo era stata aperta la procedura di mobilità per queste venti persone e da allora non ci sono state grandi aperture per una loro ricollocazione.
Un problema nuovo che segue la cassa integrazione straordinaria di un anno fa, ottenuta ma peraltro in quel momento neppure utilizzata fino in fondo.
In realtà, prima che l’assemblea-presidio divenisse operativo en plain air, qualcosa si è mosso.
«I vertici della Cobra – prosegue Varallo – ci hanno prospettato la possibilità di uno spostamento di alcuni di questi dipendenti in esubero verso i fornitori che rileveranno i servizi soppressi internamente, però si tratta di un’opportunità ipotizzata solo per alcuni di loro e con un contratto di dodici mesi che ci sembra ancora troppo poco per dare sicurezze ai lavoratori e alle loro famiglie. Speriamo che in questo mese ci sia qualcosa di più chiaro sul punto, trovando un percorso condiviso e positivo da seguire».
Insomma, si cerca uno sbocco per capire come risolvere l’ennesima situazione di difficoltà che si registra sul territorio.
«Noi cerchiamo di capire le problematiche del momento che affliggono ogni settore – chiosano i rappresentanti delle sigle – però crediamo che ci siano tutte le condizioni per trovare una via d’uscita valida».
A giorni sarà fissato l’incontro in Regione, per definire il quadro della situazione e verificare come procedere nel caso specifico. Resta dunque un mesetto di tempo per risolvere il rebus.
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