IL PROCESSO A COMO
Cocaina pagata con il reddito di cittadinanza
In un distributore di Cislago le dosi venivano acquistate utilizzando il Pos dell’esercizio commerciale e le carte del sussidio statale

Cocaina pagata tramite Pos con le tessere del reddito di cittadinanza. Succedeva a Cislago, in un distributore di benzina gestito da Marco Bono, 51 anni, originario di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, ma residente a Cadorago, nel Comasco, arrestato nella primavera del 2024 e condannato a vent’anni lo scorso maggio per reati di usura, spaccio, estorsione e armi nell’ambito dell’indagine “Hocus Pocus” della Squadra mobile di Como, coordinata dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Milano Sara Ombra. Diciannove dei 25 indagati arrestati in quell’occasione – tra i quali Bono – hanno già definito le loro posizioni, ne restano sei, a processo in questi giorni a Como.
Ieri, martedì 9 settembre, in aula, ha deposto un ispettore della Squadra mobile, che ha raccontato di come alcuni consumatori di cocaina si servissero del tesserino del reddito di cittadinanza per acquistare le dosi. Non solo: «Il Pos del distributore – ha detto il poliziotto – veniva usato per pagare la droga ma anche per rivendere contante a chi ne aveva bisogno, trattenendo una commissione del 10% e pure per incassare gli interessi dei prestiti a tassi di usura».
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