SOSPIRO DI SOLLIEVO
No al trasferimento: Kami salva
L’azienda annuncia lo stop al passaggio di metà addetti nella sede centrale di Torino

Schiarita sulla crisi della Kami: la storica azienda di automotive si salverà e nessuno dei trenta dipendenti sarà costretto a trasferirsi nella sede centrale di Torino, come era stato ventilato qualche settimana fa per la perdita di un prodotto (qui si realizzano stampi e parti metalliche per il settore auto). L’accordo ufficiale è stato siglato da proprietà, Confapi e Fiom Cgil: l’azienda accetta di ritirare la proposta del trasloco, a fronte di un continuo esame congiunto nei mesi a venire sull’abbattimento dei costi eccessivi. Una conclusione a lieto fine dopo la protesta scattata a metà del mese scorso in seguito all’annuncio da parte dei vertici di un possibile trasferimento di metà del personale a Pinerolo. Un viaggio che in realtà avrebbe avuto il volto del licenziamento, considerando che la maggior parte degli addetti vive in zona con le famiglie.
Soddisfatto Raffaele Scaramella, funzionario della Fiom Cgil: «Pare sia rientrata anche la produzione della rondella, uno dei prodotti di punta della Kami - commenta -. Dobbiamo anche ammettere che, dopo un inizio poco chiaro, l’azienda si è subito mostrata disponibile a cercare una soluzione condivisa. E ora ufficialmente annuncia di ritirare l’ipotesi del trasferimento, inizialmente previsto per il mese di giugno 2018: l’accordo è già stato firmato».
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