TROPPE CONTRADDIZIONI
Cocquio, l’aggressore si è tradito
Il compagno delle donna ridotta in stato vegetativo, più giovane di quasi 40 anni, ha fornito diverse versioni dell’accaduto

A incastrare A. I., 41enne di Caserta in carcere da fine settembre, sono state le contraddizioni, le diverse versioni fornite sulle cause del ricovero della sua compagna, una 78enne di Cocquio Trevisago con la quale aveva intrapreso una relazione e che adesso è ricoverata in una casa di riposo in stato vegetativo.
Ai medici del Pronto soccorso di Terni - dove la coppia si era fermata nel luglio 2017 rientrando da un viaggio in Campania perché lei stava male - disse che la donna era stata ferita durante una rapina nel Napoletano; alla figlia della vittima raccontò che aveva subito uno scippo e, cadendo, aveva sbattuto la testa contro un’auto; alla propria madre riferì che era inciampata mentre scendeva dalla macchina; e alla nuova compagna - anche lei anziana - spiegò che era invece caduta mentre cercava di entrare in auto. Contraddizioni evidenziate dal gip del Tribunale di Napoli, Gianluigi Visco, nell’ordinanza con cui ha disposto per I. la custodia cautelare in carcere, riqualificando il reato da tentato omicidio - contestato dalla Procura - a lesioni gravissime (non ritenendo che volesse ucciderla, come dimostrato dal fatto che la portò comunque in ospedale). Contraddizioni che si aggiungono ad altre anomalie nel comportamento dell’indagato, a partire dalla scelta di non sporgere denuncia per la rapina di cui, a suo dire, la donna sarebbe stata vittima. Ma determinanti sono anche le dichiarazioni di alcune persone sentite dagli investigatori delle Squadre Mobili di Varese e Caserta; in particolare un amico ha raccontato di una telefonata in cui, dopo il ricovero, lui gli chiese che cosa avesse combinato e I. gli confidò: «Ho avuto un litigio con A. e l’ho colpita». E alla nuova compagna disse che quello con la precedente compagna era un «rapporto malato». Sulla base di tutti questi elementi il gip, come la Procura, arriva alla conclusione che fu proprio l’indagato ad aggredire l’anziana, colpendola più volte al viso.
A far partire le indagini è stato un esposto presentato, nel settembre 2018 (cioè oltre un anno dopo il ricovero), dalla figlia della donna, che si è ora affidata all’avvocato varesino Matteo Pelli. Stando alle dichiarazioni dei famigliari e dei vicini di casa, l’aggressione non fu un fatto isolato. Anzi, secondo l’accusa, l’anziana viveva in una condizione di soggezione, tanto che lui, oltre a picchiarla e offenderla, le avrebbe danneggiato dei quadri da lei realizzati e le avrebbe controllato il profilo Facebook. Conclusa la relazione con la donna di Cocquio, I. ne ha poi iniziata un’altra con una signora comasca, anche lei anziana (75 anni) e benestante. Da qui, per il giudice, il rischio di reiterazione del reato.
L’imputato, tramite l’avvocato Simonetta Luzzi, ha presentato ricorso al tribunale del riesame, che non si è ancora espresso.
© Riproduzione Riservata