UNA VITA IN DIVISA
Sambataro in pensione: «Mai guardato l’orologio»
Festa a Porto Ceresio per lo storico comandante dei carabinieri. Il grazie della valle per i suoi 42 anni di servizio

La comunità ha reso omaggio allo storico comandante dei carabinieri di Porto Ceresio, il luogotenente Salvatore Sambataro, che va in pensione dopo 42 anni di onorato servizio. Nella serata di mercoledì 21 agosto il Palazzo della Cultura ha ospitato la cerimonia di saluto organizzata dall’amministrazione comunale. Dopo il discorso del sindaco Marco Prestifilippo (che ha letto anche un messaggio del suo predecessore, Giuseppe Francione), il primo cittadino, insieme con i colleghi di Besano (Leslie Mulas) e Cuasso al Monte (Loredana Bonora), ha donato al “maresciallo” una targa di ringraziamento «per l’esemplare servizio pluridecennale al comando della Stazione dei carabinieri», oltre che per «la dedizione, la professionalità, il coraggio e l’abnegazione dimostrati». Firmato: i cittadini dei tre paesi della Valceresio. Gli Alpini gli hanno poi donato la tessera di socio onorario. Infine a tutti i presenti è stata offerta una fetta della maxi torta con la foto del festeggiato. E le facciate del lungolago sono state illuminate con il tricolore.
SAMBATARO IN PENSIONE: «MAI GUARDATO L’OROLOGIO»
Riportiamo di seguito l’intervista al luogotenente Sambataro pubblicata sulla Prelapina di mercoledì 21 agosto.
Il 22 agosto, il luogotenente Salvatore Sambataro, dopo 34 anni di onorato servizio alla stazione dei carabinieri di Porto Ceresio (42 anni di servizio complessivo), concluderà il suo mandato. Lo attende infatti la pensione per anzianità, anche se di anziano Sambataro ha ancora ben poco, rimanendo intatti fisico scattante e destrezza cerebrale. Si conclude un’epoca per la Valceresio, dal momento che la sua presenza e il suo servizio hanno accompagnato non solo i fatti di cronaca più eclatanti dell’ultimo trentennio, ma anche la quotidianità di centinaia di cittadini abituati a considerarlo un punto di riferimento irrinunciabile. Dal canto suo, ha vissuto la professione di una vita proprio come una missione, sacrificando spesso anche la vita privata e personale per dedicarsi all’Arma e agli altri. «Desidero esprimere la mia profonda gratitudine - scrive Sambataro in una lettera inviata ad amministratori e presidenti delle varie associazioni locali - a quanti mi hanno accolto con benevolenza e amicizia, aiutandomi in questi 34 anni trascorsi in Valceresio al Comando della stazione carabinieri di Porto Ceresio e consentendomi di accrescere la mia esperienza sia professionale sia umana. Lascio questo affascinante lavoro, che per me è sempre stato una vera e propria passione, con la consapevolezza di aver diretto con spirito di sacrificio la stazione dei carabinieri, costituita da uomini competenti e volonterosi, ai quali va pure il mio ringraziamento».
I SUCCESSI
In questi 34 anni di comando da parte di Sambataro sono stati ottenuti risultati positivi sia nel campo della prevenzione sia in quello della repressione. «Fin dal mio arrivo - prosegue il luogotenente - ho rivolto una particolare attenzione al controllo del territorio, sentendo il dovere di restituire ai cittadini la loro strada, il loro giardino, i loro spazi, la loro serenità e la loro sicurezza, con la speranza di esserci riuscito. Sono certo che il mio successore, maresciallo Luigi Scapellato, continuerà la mia opera facendosi stimare da tutti i cittadini besanesi, cuassesi e portoceresini». Il comandante uscente ha sempre cercato «di svoltare e aiutare tutte le persone che si sono rivolte a me per i motivi più svariati, nel rispetto del confronto propositivo. In questi tantissimi anni di permanenza ho visto e ho ascoltato le cose più incredibili, fiero di avere risolto moltissime problematiche, senza mai guardare l’orologio, volendo lavorare per i cittadini stando in mezzo a loro».
I MOMENTI DIFFICILI
In questo percorso ci sono stati molti momenti belli e incontri di persone eccezionali, ma anche altri decisamente non facili. «I cittadini ci hanno visto lavorare in sinergia, senza mai perderci d’animo, durante i gravi delitti del carabiniere Roberto Ticli nel 1990 a Porto Ceresio, di Isidoro Grimaldi nel 1995 e di Claudio Meggiorin nel 2015 a Besano, nonché l’ultimo, quello di Giuseppina Anselmino nel 2023 a Cuasso al Monte». Va ricordato anche il grave atto intimidatorio ai danni dei familiari dello stesso Sambataro nel 2007, quando erano stati diretti tre proiettili all’abitazione.
«Se uno dei miei figli fosse stato alla finestra di casa - commenta -, adesso non ci sarebbe più». Naturalmente il suo più grande ringraziamento va alla famiglia. «Senza il sostegno incondizionato di mia moglie e dei miei figli - è la conclusione - non avrei potuto coltivare quella che per me è stata una passione, prima ancora che una professione, nata da due esempi indimenticabili: il maestro di scuola e il maresciallo dei carabinieri del mio paese d’origine. Loro mi hanno trasmesso quei valori che hanno guidato tutta la mia esistenza, privata e professionale».
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