L’INFLUENCER
«Con la leggerezza si vive meglio»
Il comico Pierluca Mariti, con 300mila follower su Instagram, oggi in scena a Busto col monologo “Grazie per la domanda”

«La comicità credo sia per me qualcosa di abbastanza spontaneo. Mi ricordo le prime volte in cui da piccolo trovavo persone che mi facevano ridere: mi facevano stare bene. E forse per emulazione ho trovato un po’ in quello il modo di parlare della realtà. Spiazzare e divertire è diventato anche il mio linguaggio. La mia filosofia è che se uno riesce a prendere le cose con leggerezza vive meglio. E non è detto che leggerezza sia superficialità: come dice Paul Valéry, devi essere leggero come un uccello, ma non come una piuma. Questo significa essere leggeri e andare a segno, cogliere l’essenza delle cose».
Pierluca Mariti farà ridere, sorridere, e anche pensare con il suo “Grazie per la domanda” oggi, domenica 1 dicembre, alle 18 al Teatro Sociale di Busto Arsizio, e in questo modo spiega il percorso che l’ha portato da un passato da «giurista pentito e manager in una multinazionale», come si legge sulla sua biografia, alla stand up comedy, a un profilo Instagram @piuttosto_che da oltre trecentomila follower e a salire sulla scena teatrale.
Un viaggio tra esperienze personali e collettive attraverso la lente dell’ironia e dell’autoironia. Dove la leggerezza nell’affrontare piccole e grandi nevrosi quotidiane si snoda come se fosse una seduta di psicanalisi senza analista, tra stress da vita adulta e ricordi di infanzia, dinamiche familiari senza tempo e nuove sfide per un artista in ascesa, tentativi di cambiare e consapevolezze di doversi accettare per come si è. Cercando di mettere ordine ai pensieri e a raccontare ciò che normalmente Pierluca Mariti non porta sugli schermi dei social. Se poi si pensa che lui stesso si definisce «un gran chiacchierone», uno che «con le chiacchiere ci ho fatto un lavoro», sicuramente lo spettacolo sarà un momento per andare ancora più in profondità tra i ricordi, le “autoanalisi” e la consapevolezza di essere entrato in una vita adulta la cui «meta promessa» non è ben chiaro sia «quella dove volevamo arrivare». E dove comunque il valore degli affetti è centrale.
L’intervista completa sulla Prealpina di domenica 1 dicembre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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