L’INIZIATIVA
Concerto da applausi nel carcere di Busto Arsizio
Alcuni detenuti si sono messi anche a ballare. «Hanno pulito e reso accogliente lo spazio»

«La cultura come strumento di educazione, rieducazione ed evoluzione dell’individuo». Questo il messaggio dell’assessore Manuela Maffioli, nell’ambito del secondo appuntamento musicale dentro al carcere di Busto Arsizio. È stato dalle 18 alle 20 di questa sera, venerdì 12 settembre, che detenuti e visitatori si sono ritrovati nel cortile della casa circondariale, per godersi tutti insieme le performance travolgenti di due band del centro musicale “Concertare”: i Full Stop e gli Zekers, tutti di età compresa fra i 14 e i 24 anni. I primi – Noemi Amabile alla voce, Lucrezia Secondin alla tastiera, Emanuele Turini alla batteria e Leonardo Cavelli alla chitarra – rompono il ghiaccio con brani del calibro di Toxic, Scar Tissue, Se Telefonando e Locked Out of Heaven. Optano invece per Champagne Supernova, Wish You Were Here e Smells Like Teen Spirit gli Zekers, formati da Mafalda Colombo (voce), Edoardo Sechi (basso), Federico Fabbris (batteria) ed Emanuele Micci (chitarra).
Tra il pubblico di detenuti c’è anche chi si mette a ballare sulle loro note, portando la seconda band a concludere la serata con un bis di Back to Black di Amy Winehouse. Musica di qualità, certo, alla quale le performance dei giovanissimi rendono pieno onore, trovando nelle reazioni degli spettatori la conferma di quanto sottolineato da Maria Pitaniello, direttrice del carcere: «Oggi avete un pubblico speciale», soprattutto nell’unicità della risposta di cui è capace un carcerato, per ovvi motivi, di fronte a uno spettacolo di qualità. I ringraziamenti di Pitaniello vanno tanto «alle persone detenute, che si sono adoperate per rendere pulito e accogliente questo spazio», quanto alla dottoressa Natalia Nicolosi, funzionario giuridico pedagogico del carcere di Busto. «Io ho aperto questa scuola 13 anni fa – racconta in conclusione il direttore di “Concertare”, Andrea Natoli, affiancato dal collega Oscar Micci – perché secondo noi la musica dev’essere non un fine, ma un mezzo per vivere meglio. E se siamo riusciti a farvi passare bene un paio d’ore – aggiunge rivolto ai detenuti – siamo contenti di averlo fatto».
L’assessore Maffioli ringrazia Alessandro Albani, assessore all’Economia, la cui presenza al concerto è segno del «supporto che sento da parte di tutto il resto della Giunta», nel contesto di una vera e propria «battaglia culturale»: un percorso volto a riaffermare la cultura come «elemento fondativo di un percorso di rieducazione», certo, ma anche come «occasione di uno sguardo diverso, abbattendo gli stereotipi di chi guarda da fuori la struttura in cui siamo oggi».
Non manca qualche reazione imprevista: mentre Maffioli parla della musica come di «un ponte tra due comunità che qui, oggi si incontrano», qualcuno dagli infissi delle celle si mette a gridare: «Non è vero, non è vero». Ma non perdono la fiducia nell’iniziativa né l’assessore, né la direttrice Pitaniello, che si dice comunque contenta che lo spettacolo musicale arrivi anche «a un pubblico molto più numeroso, dietro alle finestre. Poi, c’è chi può apprezzare e chi no».
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