LA SPARATORIA
Conflitto a fuoco, ferito e arrestato un varesino
Si tratta di un 48enne pluripregiudicato. L’accusa è di tentato omicidio. La sparatoria a Bellano

Non appena sarà dimesso dall’ospedale Manzoni di Lecco, per Michelangelo Barbara si apriranno le porte del carcere. È confermata l’identità del rapinatore rimasto ferito dopo che aveva ingaggiato un conflitto a fuoco con le autorità: si tratta del 48enne originario di Varese. Ieri, sabato 23 novembre, al termine del breve interrogatorio di convalida dell’arresto, il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Lecco, Salvatore Catalano, ha deciso per la carcerazione.
LA DINAMICA
L’uomo di 48 anni, originario di Varese, ultima residenza a Senago, in provincia di Milano, mercoledì mattina, 20 novembre, è rimasto ferito nel corso della sparatoria avvenuta lungo la statale 36 a Bellano, in provincia di Lecco, atto finale di un inseguimento iniziato in Valtellina, all’altezza dello svincolo del Tartano.
È stato lui a esplodere colpi di pistola contro i carabinieri e gli agenti della Squadra Volante della questura di Sondrio, ed è stato poi centrato da due proiettili, uno l’ha colpito al torace, l’altro ad una gamba.
Inizialmente ricoverato in Rianimazione, nei giorni scorsi è stato spostato in una delle due camere del Manzoni destinate a pazienti in stato di arresto piantonato dai poliziotti di Sondrio. Camera nella quale si è svolto l’interrogatorio di convalida dell’arresto, durante il quale si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Il mio assistito, seppur dolorante, era vigile - ha detto l’avvocato Ivana Montani di Lecco, nominata legale d’ufficio -. Si è limitato a dichiarare i suoi dati personali e a nominare due avvocati di fiducia del Foro di Monza». Il gip lecchese, al termine della breve udienza, ha convalidato l’arresto e ha accolto la richiesta del pm di custodia cautelare in carcere, che verrà eseguita dopo le dimissioni dall’ospedale.
NON È LA PRIMA VOLTA
Insomma, appena verrà dimesso per lui si apriranno le porte del carcere, di nuovo. Sì, perché Barbara ha un passato con vari precedenti ed era da poco tornato in libertà quando ha cercato di mettere a segno una rapina a mano armata nella filiale di Crédit Agricole all’interno del centro commerciale "Iperal Le Torri" di Castione, in Valtellina. Per quell'episodio, avvenuto attorno alle 10 di mercoledì 20 novembre, e da cui, in qualche modo, ha avuto origine la fuga che si è conclusa con il conflitto a fuoco allo svincolo di Bellano, al momento non risulta sia ancora stato accusato. La convalida dell’arresto è solo per il reato di tentato omicidio, procede la Procura di Lecco. Parallelamente quella di Sondrio è a capo dell’indagine sulla tentata rapina, ma i due fascicoli potrebbero essere presto unificati. E, a quel punto, è probabile che se ne occupi la Procura di Sondrio, diretta da Piero Basilone, poiché tutto è iniziato in Valtellina con il tentativo di rapina in banca ma anche con l’inseguimento, poco dopo, al Tartano. Inseguimento che, però, non è scattato a seguito dell’episodio di Castione, ma perché gli agenti della Squadra Volante della Questura di Sondrio hanno intercettato il furgone guidato da Barbara, con una targa clonata che era stata segnalata in relazione a recenti furti in Valtellina.
© Riproduzione Riservata