NEL 2020
Contagi al lavoro, Varese seconda
Solo Milano davanti nella classifica per province stilata da Inail
Piove sul bagnato: secondo il rapporto dell’Inail aggiornato a fine 2020 la provincia di Varese è seconda solo a quella di Milano nella percentuale di lavoratori contagiati.
In Italia i contagi da coronavirus sul luogo di lavoro hanno ormai superato la soglia dei 131.000 casi, e di questi 37.208 si sono verificati in Lombardia, per una percentuale del 28,4%.
Di questi 26.977 sono donne (72%), mentre 10.231 sono uomini.
Come detto, in regione la provincia di Varese si attesta al secondo posto dopo quella di Milano con 3.708 casi (9,9% sul totale regionale), di cui 2.770 donne e 938 uomini.
Una lettura del report, e del suo trend crescente, è fornita dagli esperti legali che osservano come nel rapporto azienda e lavoratore in materia di Covid ci sia un aspetto di criticità nel rapporto con le Ats. «L’impasse - spiega l’avvocato Irene Pudda di Rödl & Partner - è dovuta al fatto che il datore di lavoro non è autorizzato a comunicare ai colleghi il nominativo di un dipendente risultato positivo. L’azienda è tenuta a fornire all’Ats le informazioni necessarie perché quest’ultima possa assolvere ai compiti previsti dalla normativa emergenziale e, contemporaneamente, ha facoltà di domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, ma è l’Ats che ha la potestà di contattare i lavoratori per poi applicare le opportune misure di quarantena».
Il rischio, così facendo, è che le aziende lascino operativi interi reparti o uffici con il pericolo di diffusione del virus, non solo tra i dipendenti che sono stati a contatto diretto con il soggetto contagiato, ma anche tra i loro famigliari e i conoscenti.
«“Tuttavia non si può fare diversamente - chiarisce Pudda - La procedura è volta a tutelare la privacy del lavoratore risultato positivo al coronavirus. Certo, come è facile immaginare, procedere alla disinfezione della postazione di lavoro, delle attrezzature utilizzate e degli spazi comuni frequentati dal dipendente, domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, nonché isolare o chiudere gli uffici in cui il dipendente ha lavorato garantendone allo stesso tempo la totale riservatezza è di difficile applicazione».
Nel dettaglio della rilevazione dell’Inail in Lombardia le denunce di infortunio causa Covid-19 sono per il 39% dei casi localizzate in provincia di Milano (14.493 infortuni), seguita da Varese con 3.708 casi (9,96%), Brescia 3.670 (9,86%), Bergamo 2.817 casi (7,6%), Monza-Brianza 2.703 (7,3%), Como 2.072 (5,6%), Pavia con 2.069 (5,6%), Cremona 1.709 (4,6%), Mantova 1.324 (3,6%), Sondrio 915 (2,5%), Lecco 899 (2,4%), Lodi 829 (2,2%).
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