CORONAVIRUS
Nel Varesotto crescita costante
La provincia tocca i 450 contagi, ieri sono stati 29. La Valle Olona piange tre morti, un decesso a Samarate

La media del contagio in provincia di Varese resta sempre la stessa: 29 casi ieri, portando il totale alla cifra di 450 persone (con già 33 morti certificati e molti altri sospetti), quindi con una leggera flessione dal giorno precedente (erano stati 35 i nuovi tamponi positivi) ma senza un deciso miglioramento che possa far sperare in una rapida flessione dell’epidemia.
Il territorio, va detto, rimane comunque quello meno colpito dell’intero contesto lombardo, con un infetto certificato (perché quelli reali sono molti di più) ogni duemila abitanti. In ogni caso la strage silenziosa continua anche qui e quella di ieri è stata l’ennesima giornata tragica. È accaduto soprattutto in Valle Olona, dove in poche ore ci sono stati tre lutti da coronavirus.
Le due città flagellate dalla malattia sono Ologiate Olona e Castellanza, entrambe costrette a fare i conti con tre decessi. Nel caso olgiatese, la terza vittima è Ernando De Dionigi, 78enne artista del paese che aveva realizzato un’opera in ricordo del disastro aereo del ‘59, di cui da giovane era stato testimone. Per lui il cordoglio dell’intera comunità e del sindaco (e medico) Gianni Montano.
Per quanto riguarda Castellanza, il risveglio è stato doloroso con l’addio a due anziani concittadini che si aggiungono al ragazzo disabile scomparso nello scorso fine settimana. Nella cittadina al confine con Busto Arsizio (dove i casi di Covid-19 sono almeno un centinaio, di cui meno di 70 riscontrati con il tampone) ormai i casi sono 19 e desta grande preoccupazione soprattutto l’epidemia fra ospiti e personale della casa famiglia di Solidarietà Famigliare. Insomma, resta sempre la parte più a sud della provincia (Saronnese compreso) quella che sta pagando a caro prezzo la pandemia.
Ma ormai l’onda di espansione ha imboccato pure la direttrice che conduce a Malpensa. Così, se da un lato è vero che ieri Gallarate ha potuto salutare il ritorno a casa del suo primo paziente ricoverato in ospedale, è anche vero che la vicina Samarate ha dovuto registrare il primo decesso, relativo a una donna ultraottantenne che non è riuscita a superare le crisi respiratorie dovute al virus.
A questo punto il Varesotto, un po’ come il resto del Nord Italia, aspetta di verificare se davvero le restrizioni imponenti che nell’area sono già attive (e sono state via via rafforzate) da ormai due settimane, possano finalmente aver invertito la rotta. Infatti, se da un lato è vero che ormai i numeri sono troppo aleatori - essendo legati al quanto e al quando vengono fatti ed elaborati i tamponi, con un sommerso ormai enorme - dall’altro lato è anche vero che un’analisi generale mostra un trend costante esattamente da due settimane. In pratica l’11 marzo ci fu l’esplosione dei contagi nel Varesotto, che in quella data divennero 25 contro i 6 del giorno prima. Ebbene, da quel momento in poi si è andati avanti con una certa continuità, attorno alla 30 di nuovi casi al giorno. C’è stato il picco peggiore il 19 marzo con 45 infezioni a bilancio e quello migliore il 16 marzo con “sole” 18. Ma, al di là di piccole ondate legate più che altro al momento dell’inserimento dei dati nel terminale regionale, è come se la linea sia rimasta dritta. A questo punto, la speranza è che si possa verificare una flessione, magari inizialmente leggera, ma comunque costante. Forse quello di ieri è stato un primo accenno, forse non è ancora così. Intanto l’incubo continua.
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