CORONAVIRUS
«Un sei politico ci fa rabbrividire»
Mortificante per ragazzi e docenti. Il nodo della ripresa e il problema degli esami di maturità

«Nessun sei politico. Non sarà così». Giuseppe Carcano, provveditore agli studi a Varese, commenta la bozza di decreto che incombe sulle prossime settimane di scuola. E che rischia di demotivare migliaia di studenti anche nel Varesotto.
Il testo ancora non è definitivo. Sono previsti un sacco di emendamenti. Si ipotizza una ripresa delle lezioni in classe il 18 maggio. Se così non fosse, anche la maturità potrebbe essere vissuta online. Se si tornasse a scuola l’esame sarebbe più leggero, con uno scritto di italiano comune a tutti gli istituti e una seconda prova definita dalle commissioni sul programma effettivamente svolto. Se non ci fosse la possibilità di riunirsi, si punta su un esame orale.
Alternativa: vivere la maturità in settembre.
La metà dei ragazzi contesta un’ammissione di massa all’esame, anche agli insufficienti.
«Il tema è nazionale, attendiamo le indicazioni del ministero prima di esprimerci. Per adesso siamo davanti a una bozza – commenta Carcano – Gli insegnanti hanno elementi per valutare. Il primo quadrimestre era ultimato, avevano voti di compiti in classe e interrogazioni. Questo secondo quadrimestre è indubbiamente diverso. La stragrande maggioranza degli studenti sta seguendo bene le lezioni on line. Chi ha lavorato meglio e di più verrà valorizzato. Per alcuni, certo, il percorso di apprendimento è stato più difficile: per loro si può rimandare il giudizio a settembre, valutando le necessità di recupero. Una differenziazione, in ogni caso, ci sarà».
Salvata l’individualità dei percorsi, Carcano ammette che delle difficoltà non mancano: «Alcuni non avevano un computer a disposizione. L’avvio delle lezioni smart non è stato immediato. Per fortuna molte realtà, a partire dalla Fondazione comunitaria del Varesotto e dal Ministero, hanno investito: da Roma, per la nostra provincia, è stato destinato un milione per le connessioni. Certo, non si è agito con i tempi che avremmo voluto, ma ora si va avanti bene. Sono anche arrivati 14 assistenti tecnici per il primo ciclo: le primarie non avevano dotazioni e serviva aiuto per la didattica a distanza. Alla disperata c’è chi ha usato WhatsApp: non è la stessa cosa del pc ma funziona. A mali estremi, estremi rimedi. Se la ripresa avverrà domani o a fine giugno ora non cambia, si procede bene: le scuole hanno imparato a usare strumenti che torneranno di sicuro utili».
E la maturità? «Valutare sarà più complicato. Più che una valutazione sommativa, si sceglie quella formativa: si cerca di cogliere l’apprendimento del singolo. Non ci saranno aiutini da casa, alla resa dei conti l’esame lo deve svolgere l’allievo, da solo».
Nessun bocciato? «Beh. Magari si rimanda. Direi che potremo aspettarci meno bocciature, ma dipende da ogni situazione».
Su questo, Cristina Boracchi, dirigente al liceo Crespi di Busto Arsizio, è più drastica: «Una sanatoria risulterebbe demotivante non solo per i ragazzi, ma anche per i docenti. Non possiamo pensare che tutti abbiano la stessa motivazione a crescere nel sapere. I miei docenti stanno affrontando dal 25 febbraio una fatica massacrante: con un appiattimento dei voti si sentirebbero affossati e poco riconosciuti».
Amanda Ferrario, dall’Ite Tosi, aggiunge: «La bozza dice che gli studenti non potranno saldare i debiti se la scuola non riprenderà a giugno. Avrebbero una promozione che prevede un percorso sanabile dal primo sttembre. Non si possono cancellare i debiti in partenza. La valutazione è una cosa seria: noi non attuiamo percorsi punitivi. Valutare è valorizzare».
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